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Gesuiti News John Dardis SJ. Benezioni d’Avvento, desiderio e vulnerabilità
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John Dardis SJ. Benezioni d’Avvento, desiderio e vulnerabilità

Cari amici,
mentre iniziamo l’ Avvento è tempo di pensare profondamente alla nostra vulnerabilità e a ciò che desideriamo, a quanto abbiamo bisogno che Cristo entri nella nostra vita, nel nostro mondo e nella nostra Chiesa. In Avvento, ci prepariamo per la venuta di Gesù Bambino, Dio che si fa del tutto vulnerabile e fragile, al fine di salvarci.
Viene in mente il testo evangelico della vedova che ha dato tutto quello che aveva. Che cosa stava succedendo in lei, che desiderio stava esprimendo desiderio? In quanto vedova conosceva la solitudine e la vulnerabilità. Forse la sua offerta di monetine, che erano tutto ciò che aveva, era espressione di questa solitudine, di questo desiderio, di questa vulnerabilità.
In Avvento, anche noi entriamo in contatto con la nostra povertà e la nostra debolezza, la nostra vulnerabilità e solitudine e, soprattutto, con il nostro desiderio. Quando portiamo tutto questo al Signore, come la povera vedova, sperimentiamo la possibilità di offrire tutto ciò che abbiamo in un modo nuovo, per dare noi stessi in modo più completo, per un impegno ulteriore.
Questo essere familiari con la vulnerabilità non è privo di dolore e di lotta. Eppure cresciamo in profondità – nella nostra vita comune di gesuiti, nella nostra preghiera personale, nel nostro ministero -, proprio attraverso questa lotta. Fa parte del paradosso del Vangelo: trovare la vita nel perdersi, lasciando andare i “punti di forza” e riconoscendo la nostra dipendenza da lui.
In un recente incontro a Madrid sulle Comunità di solidarietà e di inclusione abbiamo guardato ai nuovi modelli emergenti di comunità in tutta Europa. In alcuni luoghi le comunità dei gesuiti accolgono a vivere con loro immigrati o ex carcerati. Ciò sta portando a una ricca condivisione della vita in un modo molto reale. Non è che noi “forti” Gesuiti riceviamo le persone che sono ‘deboli e vulnerabili’. Piuttosto, riceviamo persone che sono vulnerabili, come noi stessi siamo consapevoli della nostra vulnerabilità. Spesso non è facile, ma è questo che rende possibile la comunità.
In questo Avvento allora, “Ringraziamo il Signore buono e generoso, per tutta la grazia che ha dato alla Compagnia, per tutto il bene che ha fatto ad altri utilizzando noi come suoi strumenti imperfetti, e per averci permesso di continuare a servire la Chiesa del suo Figlio Gesù Cristo. Possa lo Spirito di Dio venire su di noi e su tutta la Compagnia, in modo che possiamo continuare a dare noi stessi con gioia e completamente alla missione e alla vocazione che abbiamo ricevuto dal Signore “(de statu, 2012).
Con ogni benedizione per l’Avvento.
Vostro in Cristo, 

John Dardis SJ
Presidente della Conferenza dei Provinciali europei

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