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La Compagnia ha bisogno di leader

Esiste un approccio ignaziano alla leadership? Questa domanda da qualche tempo circola tra i gesuiti ed è stata al centro della quattro giornate di riflessione di un gruppo di sei persone riunite a Roma nelle scorse settimane.

Il gruppo, convocato da p. John Dardis SJ (Consigliere per il discernimento e la pianificazione), ha riletto le teorie esistenti sulla leadership alla luce anche dell’esperienza e conoscenza della spiritualità ignaziana. Il lavoro per approfondire l’argomento sarà seguito da altre discussioni e ricerche, fatte coinvolgendo altre Conferenze e con programmi e corsi.

Attualmente ci sono diverse iniziative che si svolgono in tutte le strutture della Compagnia di Gesù sul tema della leadership a diversi livelli: a livello locale (nelle istituzioni e nelle province), a livello di conferenza (iniziative interprovinciali) e a livello mondiale (reti e Curia romana).

La maggior parte di queste iniziative include molti elementi che fanno riferimento agli insegnamenti di Sant’Ignazio. Ad esempio, lasciano spazio e tempi per la preghiera e per fare l’esame quotidiano. Mettono l’accento su tutte le dimensioni dell’essere umano e sulla sua relazione con Dio. E sulla qualità della relazione del leader con la sua squadra. Sottolineano l’importanza di fare un buon uso delle risorse disponibili e di gestire le istituzioni in modo che possano servire meglio la missione …

Queste iniziative traggono ispirazione da molte importanti fonti ignaziane come gli Esercizi Spirituali, le Costituzioni, l’Autobiografia di Ignazio, le lettere di Ignazio, il diario personale di Ignazio, le Congregazioni Generali, gli insegnamenti di p. Claudio Acquaviva SJ, le ispirazioni di p. Pedro Arrupe SJ e molti altri. I corsi utilizzano anche alcuni strumenti e risorse che non nascono in ambito religioso, come gli strumenti per l’auto-consapevolezza, la teoria sulla leadership adattativa o strumenti per entrare in relazione con gli altri.

Tuttavia, al di là di “ciò che” viene fatto ci si potrebbe chiedere “perché” si stia investendo tempo e risorse nella preparazione dei leader per la missione. Sembra esserci la consapevolezza comune che la Compagnia abbia bisogno di buoni leader per gestire le sue istituzioni. Questo sicuramente non è qualcosa di nuovo, ma è diventato improvvisamente un argomento urgente. I motivi sono molteplici, ma tre sembrano prioritari rispetto ad altri.

1) Prima c’erano molti gesuiti che erano in grado di trasmettere la loro esperienza, conoscenza e abilità per osmosi agli altri. La grande quantità di gesuiti ha reso più facile l’apparizione dei leader naturali tra loro. La diminuzione dei numeri nella Compagnia di Gesù rende continuamente più difficile trasmettere questa conoscenza ed esperienza di generazione in generazione, ma c’è il desiderio di mantenere viva la fiamma, un fuoco che accende altri fuochi.

2) In secondo luogo il mondo complesso in cui viviamo chiede di affrontare sfide nuove e diverse. I modi tradizionali di fare le cose non sono più sufficienti.  C’è bisogno di abilitare coloro che guidano le istituzioni della Compagnia dando loro competenze e strumenti per fare meglio il loro lavoro, ma soprattutto, continuando a trasmettere la passione e l’amore per gli altri, proprio come Gesù ci ha insegnato.

3) In terzo luogo, oggi i gesuiti stanno sempre più lavorando con laici. Questo non è qualcosa di nuovo, ma ora, forse più che mai, i collaboratori laici vengono posti in posizioni di leadership in tutta la Compagnia: direttori di case per ritiri, rettori di università, direttori di scuole superiori, ecc. Se si vuole che le istituzioni della Compagnia rimangano ignaziane, occorre che anche i laici facciano esperienze che permettano loro di vivere il Vangelo e l’insegnamento di sant’Ignazio in modo che siano in grado di portare avanti il carisma del fondatore della Compagnia di Gesù.
Perché, come dice Sant’Ignazio, “La persona che si accinge a migliorare gli altri sta perdendo il suo tempo, a meno che non cominci con se stesso”.

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