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La cooperazione passa per la formazione e l’innovazione tecnologica

Formazione e innovazione tecnologica sono i due capisaldi del nuovo progetto di cooperazione che l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata,- in cordata con altre realtà italiane e internazionali, tra le quali il Magis, ong dei gesuiti con sede a Roma e presente in Ciad, – ha elaborato con l’obiettivo di migliorare la salute degli abitanti del Ciad, Paese dell’Africa centrale con una situazione economica, sociale e sanitaria molto fragile.

Attraverso la formazione medica specialistica e la creazione di nuovi servizi ospedalieri basati su tecnologie moderne – dove Chirurgia Generale, Cardiologia e Gastroenterologia sono le tre branche maggiormente interessate – il progetto punta a rendere il Servizio Sanitario Nazionale del Ciad più efficiente, moderno e attento alle fasce deboli della popolazione.

Nel concreto il progetto prevede in 3 anni il potenziamento delle competenze e delle infrastrutture per migliorare i servizi ospedalieri, con l’obiettivo di raggiungere nel complesso 4mila pazienti, che avranno così la possibilità di accedere alle cure, cioè di accedere al diritto fondamentale alla salute di qualità finora negato. Le azioni previste sono localizzate nella capitale N’Djamena, cioè nell’Ospedale Universitario di Riferimento Nazionale e nell’Ospedale Universitario Le Bon Samaritain, ma si prevedono ricadute su tutto il Paese.

Il progetto ha un approccio “One Health”, ovvero un approccio integrato, fondato sulla collaborazione, che punta a bilanciare in modo sostenibile la salute di persone, animali e ambiente, nella consapevolezza che la variazione di uno modifica anche gli altri. “Un approccio molto sentito in Ciad, dove l’uomo è molto più a contatto con la natura e gli animali rispetto ai Paesi più sviluppati. È questo infatti un insegnamento che i ciadiani danno a noi italiani, e noi in cambio offriamo gli strumenti adeguati per migliorare le cure. Questo è il valore aggiunto della cooperazione” commenta il capo progetto Vittorio Colizzi, docente di Immunologia e Patologia all’Università di Roma Tor Vergata.

Nel dettaglio, il progetto consiste nel potenziamento della formazione dei medici ciadiani attraverso percorsi di studio di perfezionamento, borse di studio e stage, missioni in loco e insegnamento in videoconferenza da parte di docenti italiani. Parallelamente avviene il rafforzamento di piattaforme tecnologiche, innovative per il Ciad, cioè l’insieme di strumentazioni, protocolli, materiali e software che garantiscono il funzionamento complesso di piattaforme diagnostiche, cliniche e chirurgiche. Il doppio potenziamento delle competenze e delle infrastrutture permette di migliorare e creare nuovi servizi ospedalieri: Chirurgia Laparoscopica, Servizio cardiologico (ECG e ecocardiografia), Servizio gastro-epatologico.

In questi ambiti si prevede anche il rinnovamento delle Scuole di specializzazione, affidato a docenti italiani in mission in Ciad. Al termine del percorso di studi, saranno selezionati 5 specializzandi per stage di perfezionamento in Italia all’Università di Roma Tor Vergata.

Forte la collaborazione tra gli enti in rete: in prima linea l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata insieme alla Fondazione Magis (Ong dei gesuiti con sede a Roma e presente in Ciad) e all’Istituto per i Sistemi Biologici (ISB) del Centro Nazionale Ricerche (CNR), che collaborano con i due ospedali presenti nella capitale N’Djamena: l’Ospedale Universitario di Riferimento Nazionale e l’Ospedale Universitario Le Bon Samaritain.

Il progetto è finanziato dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) di Khartoum e gode della stretta collaborazione con il Ministero della Salute del Ciad, che lo ha inserito nel Piano di Politica Nazionale Sanitaria 2016-2030. Il progetto – dal titolo “Progetto Sanità Italia-Ciad: Formazione e Innovazione Tecnologica AID 12582” è stato presentato pochi giorni fa al Ministro della Salute e della Solidarietà Nazionale ciadiano Abdelmadjid Abderahim da una delegazione italiana in missione in Ciad, guidata da Giuseppe Tisone, professore ordinario di Chirurgia Generale e direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Generale all’Università di Roma Tor Vergata.

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