Ecco la storia del crocifisso senza braccia…
A giugno la notizia dell’incontro della Consulta del JCEP era accompagnata da una meditazione sul crocifisso senza braccia di san Fedele. Padre Diego Brunello ha scritto a Gesuitinews per aiutarci a capire la storia dell’opera…
Caro Padre,
ho visto sull’ultima edizione di Notizie SJ in internet da S. Fedele l’immagine di quel “Crocifisso senza braccia” con una didascalia che mi ha molto sorpreso e divertito… perché quel Crocifisso era stato regalato a me negli anni 80 e, senza pretese pubblicitarie inter nos, vorrei raccontarne la storia.
Quando ero parroco a Gorizia il Vescovo, mons. Pietro Cocolin, mi pregò d’ottenergli in regalo quel Crocifisso conservato in una fattoria di Aquileia ex convento di monache, dove lui era stato Parroco. I proprietari della fattoria abitavano a Gorizia nella nostra Parrocchia. Ottenni facilmente il dono, ma con la condizione di prelevarlo solo dopo il trasloco dei contadini, che sarebbe avvenuto l’anno successivo. Nel frattempo il Vescovo improvvisamente morì. Allora i proprietari del Crocifisso lo offrirono a me. Era collocato in una teca di vetro, con un solo braccio, mal ridotto per una incendio subito. Ricordo che un bravo parrocchiano, professore d’arte, lo portò a Passariano per il restauro. Nel mio trasferimento a Gallarate e poi a Milano me lo tenni sempre in camera mia. A Milano, quando ristrutturarono la Cappella della Comunità, il F. Zanatta mi disse che cercavano un Crocifisso e io, ben felice che il mio crocifisso fosse collocato in un luogo di culto non qualsiasi, lo offrii volentieri. So che ora non è più nella Cappella, ma, credo, nel Museo Dall’Asta. Con questa nota storica non voglio assolutamente togliere l’alone eroico che ora gli viene dato, ma semplicemente ristabilire la verità almeno per gli addetti ai lavori…
Grazie per la paziente lettura e buon lavoro. Cordialmente, P. Diego Brunello.