La teologia ha bisogno della scienza
Per i 400 anni della facoltà Teologica della Sardegna un convegno sui rapporti tra gli studi teologici e gli atenei dell’isola.
Studio e approfondimento «alimentano coscienze libere e fanno bene anche alla democrazia»: così l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, nel suo intervento in occasione dell’anniversario della fondazione dell’Università degli Studi di Cagliari, venerdì 28 maggio, al convegno sui rapporti tra gli studi teologici e gli atenei dell’Isola nel corso di questi quattro secoli, che si è tenuto nell’aula magna della Facoltà Teologica della Sardegna e in diretta streaming.
Un’alleanza dei saperi
L’evento, che aveva per titolo “Insegnamento teologico e Università isolane: storia e prospettive”, ha visto la partecipazione di alcune fra le massime cariche accademiche ed ecclesiastiche del capoluogo. Dopo i saluti del prof. Francesco Maceri, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, del prof. Francesco Mola, rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, e di mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari, ci sono state una serie di relazioni di taglio soprattutto storico: “L’apporto della Compagnia di Gesù all’Università di Cagliari dal 1626 sino alla soppressione (1773)” (prof. Guglielmo Pireddu, professore associato di Storia della Chiesa, PFTS); “’I progressi di questa ingegnosa gioventù ne’ buoni studi della Teologia’ nella Regia Università di Cagliari (1764-1873)” (dott.ssa Eleonora Todde, ricercatrice di archivistica, Università di Cagliari); “Il sapere teologico in Sardegna tra soppressione governativa e Vaticano II (1874 -1971)” (prof. Tonino Cabizzosu, professore emerito di Storia della Chiesa, PFTS); e “‘Uniti nell’amore per la conoscenza e per l’uomo’: collaborazione tra PFTS e Università negli ultimi decenni e in prospettiva” (prof. Francesco Maceri, Preside PFTS). Ha moderato l’incontro la prof.ssa Cecilia Tasca, professore ordinario di archivistica dell’Università di Cagliari.
Nei saluti iniziali, il rettore Francesco Mola ha ricordato l’accordo di collaborazione tra la Facoltà Teologica e l’Università cagliaritana, firmato per la prima volta nel 1993, e l’importanza che venga rinnovato per un più stretto rapporto tra le due istituzioni.
Compagnia di Gesù, Chiesa e Regno di Italia
Nelle varie relazioni sono state ripercorse le varie tappe di un rapporto variegato e complesso, come è stato quello tra gli studi teologici e gli studi accademico-scientifici in Sardegna, ma anche tra la Compagnia di Gesù, la Chiesa e il Regno d’Italia. Alcune date cruciali hanno scandito lo svolgimento di questo racconto: la fondazione effettiva dell’Università di Cagliari (1626), la Costituzione della Regia Università Sabauda (1764), la soppressione della Compagnia di Gesù (1773), la chiusura di tutte le Facoltà di Teologia del Regno d’Italia (1873), fino alla fondazione della Facoltà Teologica della Sardegna (1927) e alle vicende del Concilio Vaticano II.
E proprio i gesuiti hanno avuto un ruolo decisivo in questo lungo rapporto tra le istituzioni ecclesiastiche e accademiche isolane, dapprima (1612) elevando, per opera del Generale della Compagnia, il padre Claudio Acquaviva, il Collegio di Sassari alla funzione di diritto ecclesiastico (di lì a poco divenuto, con Filippo III, Università di diritto regio) e nei decenni seguenti offrendo numerosi docenti all’Università di Cagliari (addirittura 107, forse di più, ha detto il professor Guglielmo Pireddu, basandosi sugli studi di Pietro Leo ma soprattutto sulle sue personali ricerche archivistiche). Questi docenti, come mostrato dal prof. Pireddu, alla partenza dell’Università rappresentavano addirittura un terzo di tutto il corpo docente e coprivano insegnamenti come teologia, filosofia, lingua ebraica ma anche discipline scientifiche come matematica e fisica. «Si trattava all’epoca», ha detto ancora Guglielmo Pireddu, «di docenti quasi interamente sardi e provenienti dal Collegio Santa Croce di Cagliari (attuale Facoltà di Architettura)».
L’assenza del dialogo, impoverimento reciproco
Una storia, dunque, ricca e importante quella del rapporto tra la Compagnia e gli atenei isolani, inevitabilmente messa in crisi dagli eventi accaduti tra la fine del secolo XVII e la fine del XIX, prima fra tutti la soppressione della Compagnia, ben raccontati dalla dott.ssa Eleonora Todde, che ha mostrato i secoli forse più critici per gli studi teologici, con difficoltà dovute sia a ragioni interne al clero, che spesso non terminava gli studi, sia esterne, relative a un Regno la cui matrice ideologica lo avrebbe portato a fare a meno della Teologia.
Una decisione, quest’ultima, «dalla duplice faccia», ha commentato il prof. Tonino Cabizzosu nel suo intervento ricco di suggestioni e giudizi interessanti sul raccordo temporale che lega questa soppressione degli studi teologici alla novità del Vaticano II fino a giungere alla storia del seminario di Caglieri (a cui il prof. Cabizzosu ha dedicato diversi studi) e ai giorni nostri. «Duplice faccia», ha detto Tonino Cabizzosu, perché se da un lato la legge del 1873 «garantiva ai vescovi maggiore libertà nel formare i seminaristi come meglio credevano», dall’altro «avrebbe tolto alla Chiesa l’apporto della cultura contemporanea e una possibilità di dialogo e confronto tra la teologia e il sapere moderno».
Una collaborazione strutturale
Ha concluso gli interventi il prof. Francesco Maceri con uno sguardo al presente e al futuro del rapporto tra la Facoltà Teologica e l’Ateneo cagliaritano, «per cercare di capire insieme come poter favorire una collaborazione non soltanto occasionale, ma anche strutturale». Il prof. Maceri ha ricordato come la scienza teologica non debba mai trascurare il contatto col proprio tempo e, dall’altro lato, come la ricerca scientifica portata avanti negli ambiti universitari possa accogliere il contributo che la teologia offre in una visione integrale di «vita» e di «esigenze umane», che includono anche l’accoglienza della Parola di Dio. «La verità», ha concluso il prof. Maceri, «deriva da Dio ed è infinitamente ricca. La tradizione e il magistero della Chiesa non esistono per addormentare ma per impedire che la volontà si intorpidisca. La ragione è un informatore donato da Dio. Come dice il filosofo Solov’ev, ‘la teologia non può essere separata dalla filosofia e dalla scienza degli uomini’». Il video integrale del convegno è visibile nel canale Youtube della Facoltà Teologica della Sardegna.