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Gesuiti News Sociale L’appello dei giovani pellegrini di rientro dalla Siria: “revocare l’embargo”
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L’appello dei giovani pellegrini di rientro dalla Siria: “revocare l’embargo”

Ha ancora negli occhi il viaggio in Siria compiuto con 30 giovani poche settimane fa: le visite ai luoghi, l’incontro con le persone. “In particolare” scrive p. Francesco Cavallini “il segno che ha lasciato la guerra civile in termini di distruzione e di disagio immane che vive la popolazione locale anche a motivo dell’embargo economico che Europa e USA hanno messo in atto che aggrava ulteriormente il disagio della popolazione, rendendo difficile e insostenibile reperire le materie per la ricostruzione, per garantire i servizi minimi, per far ripartire un’economia che possa garantire sostentamento e vita dignitosa ai Siriani”.

Per questo da Damasco, il 9 gennaio, a conclusione del pellegrinaggio, i giovani partecipanti avevano redatto e spedito una lettera al ministro degli Esteri Antonio Tajani e alla Presidente della Commissione Europea Usula Von Der Leyen, per richiedere l’immediata revoca dell’embargo stesso.

La lettera

“Noi firmatari” si legge nel testo “siamo persone, per lo più giovani, che abbiamo intrapreso un viaggio in Siria mossi da un interesse culturale e spirituale. Durante le tappe a Damasco, Homs, Aleppo, Maalula, il monastero di Deir Mar Musa ed altri luoghi significativi, abbiamo visto una popolazione provata e sofferente per la povertà diffusa nel paese. Abbiamo osservato un alto costo dei carburanti e la conseguente fornitura del servizio elettrico in un arco temporale limitato (circa due ore al giorno).

In ogni luogo visitato abbiamo avuto la possibilità di incontrare le comunità locali e le autorità religiose da cui abbiamo compreso i grandi disagi a cui sono soggetti, il continuo esodo dei giovani, la situazione precaria degli anziani.

Abbiamo visto innumerevoli check points che limitano i trasporti interni ed intere aree distrutte che potranno essere ricostruite con risorse interne solo in una condizione di pace e di ripresa economica.

Da questa esperienza e dagli incontri con la popolazione locale, nasce la nostra richiesta:  la revoca o la profonda revisione delle sanzioni UE applicate alla Siria.

Siamo convinti che le Sanzioni e soprattutto l’embargo sul petrolio e sulle strutture energetiche, abbiano un limitato effetto sul Governo siriano ma ricadano pesantemente sulla popolazione con un effetto opposto alle motivazioni che hanno originato tali provvedimenti sanzionatori. I giovani che abbandonano il paese e la povertà di chi resta provocano una regressione della società civile, una disperazione ed una disillusione sul domani che eliminano ogni speranza di un futuro.

Considerando i meriti riconosciuti al nostro Paese per le azioni culturali e per la preservazione del patrimonio archeologico, confidiamo che questa nostra lettera possa essere ascoltata e possa far intraprendere al nostro Paese i passi necessari per ridare una speranza al Popolo Siriano, agnello sacrificale di questa guerra.

Sostenere ora con tutto il cuore

Conoscere dal vivo la situazione di Aleppo e dintorni e delle persone che ci vivono, aver visto i cumuli delle macerie delle case, il disagio dovuto al razionamento di luce, un’economia di sopravvivenza e malgrado questo la tenacia di tanti siriani nel resistere ad una vita così difficile a provare a ripartire. Sapere di questo terremoto devastante che somma tragedia a tragedia, dolore a dolore, difficoltà a difficoltà, è straziante ed angosciate. Con tutto il cuore cercheremo di sostenere questa gente il più possibile. Una pazzia la guerra in Ucraina, miliardi di soldi spesi per distruggere! 

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