L’arte dei Gesuiti ancora sotto i riflettori
Giovedì 12 dicembre 2024 alle 10.30, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano verrà presentato il numero 200-201 della rivista “Arte Lombarda”, che in un’apposita sezione ospita gli atti della giornata di studi “I festeggiamenti per la canonizzazione di Ignazio di Loyola e Francesco Saverio (1622) e la decorazione della chiesa di San Fedele. Nuovi contributi”. La giornata si era svolta il 15 giugno 2022 a Milano presso la Fondazione Culturale San Fedele, che aveva patrocinato l’iniziativa assieme al Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e Ambiente costruito del Politecnico di Milano.
In quell’occasione un gruppo di studiosi aveva esplorato un tema intrigante: nel 1622 la notizia giunta a Milano della canonizzazione aveva coinvolto tutta la città in uno sforzo collettivo per celebrare i due nuovi santi della Compagnia. Ma quali erano state le ricadute sul cantiere della chiesa dei Gesuiti ancora in costruzione? Quali le opere d’arte prodotte per quell’evento? E con quali chiavi di lettura bisognava interpretare la relazione tra l’operazione mondiale dei festeggiamenti e il completamento di una chiesa singolare come San Fedele? I contributi che ora si pubblicano – se ne parlerà in Cattolica – rispondono a quegli interrogativi, grazie anche a nuovi documenti provenienti dall’Archivio Storico della Provincia EUM e dall’ARSI e alla valorizzazione di antiche ricerche condotte da padre Giuseppe Schio (1872-1928) e padre Pietro Pirri (1881-1969).
Stefano Della Torre apre il gruppo degli articoli ospitati da “Arte Lombarda” con “Il nodo San Fedele di Milano e la questione della produzione artistica dei Gesuiti”, dimostrando come la chiesa milanese sfugga alle chiavi interpretative di pauperismo architettonico e di ‘propaganda’ e corporate author proposte nei passati decenni per l’arte gesuitica. Andrea Bonavita delinea il contesto con “Il punto della costruzione di S. Fedele al 1622” e ripercorre la definizione dell’assetto interno di aula e cappelle con speciale attenzione alle dinamiche di committenza e di promozione del culto dei fondatori, fino all’allestimento degli imponenti apparati per le feste del 1622. Susanna Zanuso osserva minuziosamente “Le statue di Sant’Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio nella sacrestia di San Fedele a Milano”, riconoscendo in esse proprio quelle realizzate per il presbiterio provvisorio, appositamente costruito per i festeggiamenti, e poi riutilizzate nell’arredo della sacrestia: dunque tra i rarissimi esempi ancora esistenti di statue create per apparati effimeri. Paolo Vanoli si occupa di “Pittori e pale d’altare in San Fedele per i nuovi santi gesuiti” illustrando i dipinti realizzati per le strutture allestite davanti alla chiesa e per il cortile di Casa Professa, inseguendo le tracce della pala per l’altare di San Francesco Saverio e svelando la complessa storia della “Visione di Sant’Ignazio alla Storta” di Giovanni Battista Crespi detto il Cerano, ancora oggi in chiesa, di cui vennero eseguite due versioni nel giro di pochissimi anni. Ancora Andrea Bonavita analizza nel dettaglio “La costruzione della cappella di Sant’Ignazio in San Fedele” alla luce del ritrovamento del contratto per la realizzazione dell’altare, discutendone linguaggio architettonico e decorativo, nonché l’impiego di una rara varietà di marmo nero ‘dorato’ per le colonne.
Alla presentazione del numero di “Arte Lombarda” interverranno gli storici dell’arte Rossana Sacchi (Università degli Studi di Milano) e Alessandro Morandotti (Università degli Studi di Torino), nonché il direttore della rivista, Alessandro Rovetta (Università Cattolica di Milano).