L’embrione umano, tra natura e artificio
Per diverse ragioni non è semplice orientarsi nella complessità delle problematiche implicate e, soprattutto, comprendere quanto sia lecito o moralmente ammissibile sperimentare sull’embrione umano per far progredire la ricerca scientifica e ottenere nuove conoscenze e terapie che consentano la guarigione di molte malattie ancora incurabili.
Il problema della sperimentazione sull’embrione umano continua ad essere molto dibattuto nella comunità scientifica internazionale. Anche in Italia verrà presto ripreso in sede di discussione parlamentare, nella prospettiva di un aggiornamento e di una possibile revisione legislativa che coinvolgerà in diverso modo ogni cittadino.
Gli interrogativi soggiacenti sono fondamentalmente due: gli embrioni umani sono “esseri umani” fin dal primo istante della loro formazione, oppure non lo sono ancora, ma lo diventano solo ad un determinato stadio del loro sviluppo? Nel primo caso, la sperimentazione e eventuale soppressione dell’embrione non sarebbe ammissibile; nel secondo, invece, sarebbe consentita entro certi limiti e a determinate condizioni.
Per diverse ragioni non è semplice orientarsi nella complessità delle problematiche implicate e, soprattutto, comprendere quanto sia lecito o moralmente ammissibile sperimentare sull’embrione umano per far progredire la ricerca scientifica e ottenere nuove conoscenze e terapie che consentano la guarigione di molte malattie ancora incurabili.
Nel saggio che segue padre Ennio Brovedani traccia un quadro sullo stato del dibattito internazionale in corso e la posizione prevalente in merito.