Papa Francesco
Nel cuore di ogni padre
Alle radici della mia spiritualità
“Vivere in comunità è vivere in una famiglia, nella quale i giovani crescono e i nonni invecchiano; nella quale ci sono malati; nella quale ci sono anche limiti.” Una riflessione unica sulle cose semplici della vita di ogni giorno.
In queste pagine dal carattere profetico, che risalgono all’epoca in cui Jorge Mario Bergoglio era un sacerdote gesuita, scopriamo il Papa Francesco che noi tutti abbiamo imparato a conoscere. Sono meditazioni sulla vita religiosa che l’allora padre provinciale ha dedicato ai suoi confratelli e che oggi illuminano i concetti fondamentali della sua spiritualità e del suo modo di intendere la fede, la comunità e il sacerdozio: famiglia, fratellanza, amore, fiducia, misericordia, pace, paternità. “Fin dalla Chiesa primitiva” spiega “la paternità esprimeva una dimensione essenziale della fede: la necessità della mediazione degli strumenti umani per la sua nascita”. Il sacerdote, infatti, è soprattutto un padre: “Il senso primitivo del nome ‘padre’ riporta alla paternità di Dio, al mistero di Dio che ci genera eternamente, sia che si tratti della paternità della predicazione che suscita la fede, o del Battesimo che introduce in una vita nuova, o della direzione spirituale che conduce alla santità”. Ma questo non è l’unico aspetto importante della paternità: nelle parabole evangeliche i padri di famiglia sono coloro che nel germoglio di grano vedono sempre la speranza della crescita, nonostante la zizzania, che scendono in strada a correre incontro al figlio prodigo, che sono capaci di sviluppare una sintesi di nuovo e di vecchio. Memoria del passato e slancio verso il futuro sono due atteggiamenti, apparentemente opposti, che riflettono tuttavia la maniera di essere dei gesuiti e di Papa Francesco: scoprire la novità di Cristo significa riuscire a venir fuori da ciò che è retrogrado e da ciò che è innovativo ma sbagliato. Implica uno sguardo concreto sul popolo fedele, quello che la Chiesa e i suoi pastori devono mantenere per aprire nuovi spazi a Dio, per “compiere, senza tradire la nostra identità, i passi che ci vengono richiesti dalle situazioni storiche concrete e attuali”. Un ammonimento che, alla luce delle parole del Papa a chiusura del recente Sinodo sulla famiglia, acquisisce una valenza quasi premonitrice.