Emanuele Iula
Transizioni

Che la sessualità abbia assunto tratti opachi, e per varie ragioni indecifrabili, sembra un fatto assodato ormai da tempo. Non è possibile sintetizzare in un’unica formulazione la quantità e l’eterogeneità di domande che la attraversano.
Un punto di partenza possibile per procedere a un’indagine organica è che le categorie esplicative classiche che riguardano la sessualità, oltre a essere insufficienti per descrivere fenomeni più attuali, paiono addirittura dannose, portatrici sia di insufficienza epistemologica, sia di violenza simbolica. Lo scenario attuale somiglia a una di quelle situazioni in cui si vuole forzare una grande taglia a entrare in una piccola. Il problema però è molto più sottile.
Non si tratta né di una mera questione sessuometrica, né meramente descrittiva, né strettamente normativa. Certamente, occorre fare i conti anche con tutte queste questioni. Sembra tuttavia che la vera novità risieda in un altrove che può essere scorto solo mediante una conversione dello sguardo.
Non sempre si dispone infatti della prospettiva migliore per dare una risposta precisa a domande come: chi sei? cosa senti? cosa vuoi? Per quanto possano sembrare semplici o banali, sono divenute domande che ormai non possono più essere date per scontate, dal momento che ancor meno scontata è la questione del rapporto che lega l’Io che si fa la domanda al corpo che, in teoria, contiene la risposta.
