L’Istituto “Pedro Arrupe” con la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla

L’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe” ha aderito alla mobilitazione nazionale che si è tenuta giovedì 4 settembre a Palermo a sostegno della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla. In un comunicato si sostiene: “Siamo profondamente indignati da quanto è stato affermato dal ministro israeliano per la sicurezza nazionale Ben Gvir in rappresentanza di tutto il governo Netanyahu:’Saranno arrestati come terroristi, detenuti nelle carceri di massima sicurezza Ketziot e Damon e le loro imbarcazioni confiscate e messe a disposizione della Marina israeliana’”.
“Sembra assurdo considerare ‘terroristi’ dei volontari attivisti per i diritti umani che portano cibo a popolazioni che muoiono di fame. La Global Sumud Flotilla è formata da cittadini, provenienti da tutto il mondo che hanno risposto al grido di aiuto di una popolazione inerme, vittima di inaudite violenze e di una guerra senza fine. Riteniamo che a Gaza si stia compiendo un vero e proprio genocidio, così come definito dall’art. II della Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio (1948), dove vengono indicati nello stesso articolo gli atti che rientrano nella definizione di genocidio: quelli “commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”.
Quello che sta accadendo a Gaza è una chiara violazione dei diritti umani e del diritto internazionale con il silenzio complice dell’Europa e l’ambiguità del nostro governo nazionale”.
“Pertanto, l’Istituto Arrupe ha deciso di prendere posizione e sostenere il movimento di resistenza della Global Sumud Flotilla, da cui ci sentiamo rappresentati negli ideali e nei valori umani di fratellanza e di solidarietà”.
A dare il suo sostegno ufficiale alla missione umanitaria, che via mare cercherà di portare aiuti e farmaci a Gaza, è stato anche l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice che ha definito la Global Sumud Flotilla un “segno di disperata speranza” per dire no alla “spietata violenza”, a chi “semina fame e morte”.
Anche durante la tradizionale “acchianata” a Monte Pellegrino, il 3 settembre, l’arcivescovo ha pregato per la pace a Gaza. «Saliamo – ha detto – anche per chiedere di convertire i cuori di chi sta al governo di Israele perchè fermi questa violenza».