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Beatificazione Acutis: lo studente Carlo, guida per i giovani

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Carlo Acutis, l’adolescente milanese, morto nel 2006 per una leucemia, il 10 ottobre viene proclamato beato ad Assisi. Ha frequentato il liceo classico al Leone XIII, l’Istituto dei Gesuiti a Milano, che in questi mesi, così come tutte le altre scuole della rete Gesuiti Educazione, si è preparato alla beatificazione convolgendo alunni e  professori.

Una rappresentanza di genitori, docenti ed ex-alunni del Leone XIII partecipa il 10 ottobre di persona ad Assisi e un gruppo di studenti svolge l’attività di “cronisti” e “inviati speciali” a servizio della comunicazione per la rete Gesuiti educazione.

Con gli occhi di Carlo

Dall’Archivio Storico dell’Istituto Leone XIII, lo “spot per il volontariato” interamente ideato e girato da Carlo Acutis quando era studente leoniano (a.s. 2005/2006), pochi mesi prima della sua tragica scomparsa.

https://www.youtube.com/watch?v=B694EHGonbg

Bartolo: «Un santo vicino»

«Carlo Acutis è, per tutti i giovani di oggi, un punto di riferimento, in quanto incarna la santità nell’ordinario. È un santo “vicino”, che ha camminato e vissuto fino a pochi anni fa tra le mura e nelle aule di una delle nostre scuole, stando su quegli stessi banchi su cui siedono i nostri ragazzi ogni giorno», dichiara P. Jimmy Bartolo SJ, Presidente della Fondazione Gesuiti Educazione.

«Carlo era nato a Londra nel 1991, dove i genitori si trovavano per lavoro. Fece la Prima Comunione, con un permesso speciale, a soli sette anni. Sportivo e appassionato di computer, come tanti suoi coetanei e compagni di Liceo al Leone XIII, Carlo era un modello di “santità nella quotidianità”. Papa Francesco, nella sua lettera Christus vivit rivolta a tutti i giovani del mondo, lo ha presentato, insieme ad altre figure (tra cui anche il beato Piergiorgio Frassati, ex-alunno dell’Istituto Sociale di Torino), come modello di santità giovanile. Inoltre, Carlo aveva uno speciale talento per la comunicazione e per il web, tanto da essere proposto come “patrono di internet”, in quanto ha saputo coglierne la positività e dimostrare come questo strumento potente può essere efficacemente utilizzato per il bene e per la crescita delle persone».

Sono molto noti alcuni i suoi “slogan”, quali “Non io ma Dio”, “Tutti nasciamo originali, molti moriamo fotocopie”. “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”.

Gazzaniga: «Bravo, ma senza suscitare invidie»

Padre Roberto Gazzaniga, che a quel tempo era responsabile della pastorale del Leone XIII, ricorda così l’eccezionale normalità di Acutis, che aveva iniziato il liceo classico, nel 2005: «L’essere presente e far sentire l’altro presente è stata una nota che mi ha presto colpito di lui». Allo stesso tempo era «così bravo, così dotato da essere riconosciuto tale da tutti, ma senza suscitare invidie, gelosie, risentimenti. La bontà e l’autenticità della persona di Carlo hanno vinto rispetto ai giochi di rivalsa tendenti ad abbassare il profilo di coloro che sono dotati di spiccate qualità».

Carlo inoltre «non ha mai celato la sua scelta di fede e anche in colloqui e incontri-scontri verbali con i compagni di classe si è posto rispettoso delle posizioni altrui, ma senza rinunciare alla chiarezza di dire e testimoniare i principi ispiratori della sua vita cristiana». Il suo era «il flusso di un’interiorità cristallina e festante che univa l’amore a Dio e alle persone in una scorrevolezza gioiosa e vera. Lo si poteva additare e dire: ecco un giovane e un cristiano felice e autentico».

Capello: «Il suo sorriso continua a interrogarmi»

«Ho conosciuto Carlo Acutis quindici anni fa, quando ha iniziato a frequentare la IV Ginnasio del Leone XIII», ricorda la professoressa Maria Alessandra Capello, docente di matematica. «Era un ragazzo vivace e intelligente, con uno sguardo profondo. Aveva tanti interessi, ma non mi sembrava particolarmente appassionato alla mia materia, visto che non sempre svolgeva i compiti… Ricordo che si giustificava dicendo che aveva altro da fare. Solo dopo la sua improvvisa scomparsa, avvenuta all’inizio dell’anno scolastico successivo, nel periodo in cui, in prima persona, stava preparando la giornata del volontariato a scuola, ho capito che quel ragazzo aveva davvero avuto da fare qualcosa di molto più importante dei miei esercizi di matematica. In questi anni ho spesso pensato a Carlo, alla sua allegria, alla sua generosità e alla sua serenità anche di fronte alla morte.

È stato emozionante, un anno fa, percorrere per una settimana il cammino francescano con i miei studenti, arrivare ad Assisi e pregare davanti alla sua tomba, nella Chiesa della Spogliazione.

Oggi, alla vigilia della sua beatificazione, il suo sguardo e il suo sorriso continuano ad accompagnarmi e ad interrogarmi…».

Tona: «Un ragazzo normale»

«Carlo era “un ragazzo normale”, intendo dire di quelli di cui il preside e più ancora il rettore, questo il mio ruolo di allora, non sentono parlare né devono mai convocare per particolari problemi. Ma questo dicevano di lui anche i suoi compagni, i primi  a stupirsi quando già allora qualcuno lo descriveva come un ragazzo “di alta religiosità e particolarmente devoto dell’Eucaristia”», dichiara la professoressa Gabriella Tona, Direttore Generale del Leone XIII, che era già Rettore dell’Istituto ai tempi di Carlo. «Col senno di poi mi viene da dire che proprio questa sua normalità è il principale insegnamento che possiamo raccogliere e possiamo comunicare ai suoi coetanei di oggi, il suo essere davvero “il santo della porta accanto”, capace di rendere straordinario l’ordinario. L’altro giorno ho accennato alla figura di Carlo ai ragazzi della mia classe (l’unica in cui insegno e mi diverto): ho notato che l’altra cosa che li ha colpiti, e che allora aveva colpito noi adulti, è stata l’estrema brevità della sua malattia mortale, confusa all’inizio con una banale malattia dei bambini».

Gli studenti incontrano Carlo

In queste settimane alcuni studenti del Leone hanno studiato la figura di Carlo e scritto degli editoriali sull’attualità della sua testimonianza.

«Carlo è un grande esempio per tutti i giovani e non che utilizzano i mezzi tecnologici, mostrando loro il giusto utilizzo di questi e quanto ci si possa servire di questi sempre più potenti mezzi per perseguire nobili scopi. E allora chi più adatto di Carlo per essere il “patrono del web”, a guardare dall’alto questo, ormai non più nuovo, ma comunque misterioso mondo e ad illuminare tutti coloro che lo frequentano». Pietro Polizzi

«Il motto di Carlo Acutis era “Tutti nascono originali ma molti muoiono come fotocopie”, frase che ha un significato straordinario. Pensando al conformismo prevalente, all’ossessione per la moda, a come le persone si adattano alla società di massa e  a come siamo tormentati dalla paura di essere giudicati dagli altri, ci rendiamo conto della notevole rilevanza che hanno queste parole». Sofia Benvenuti

«Carlo non credeva di fare cose straordinarie, era solo convinto di seguire un modello che lo entusiasmava. Questo modo di vivere lo proponeva agli altri, senza imporre nulla; il suo esempio, senza che nemmeno se ne accorgesse – e l’intensità della sua sequela di Gesù – generavano un effetto a cascata sugli altri, che ne rimanevano stupiti: il profumo di santità era già nell’aria». Marta Longhini

«Un ragazzo “normale”, che giocava a pallone nella piazzetta sotto casa, amava la playstation e usciva con gli amici»(…)« È proprio questo suo essere se stesso che lo rende santo. Vorrei arrivare a una conclusione dicendo che Carlo è il tipico “santo della porta accanto”, come viene definito da Papa Francesco. Io sono d’accordo con quanto dice Papa Francesco: Carlo è il santo della porta accanto perché è santo nella sua ordinarietà, nel quotidiano. Carlo elargisce il bene tutti i giorni vivendo la sua vita come un ragazzo normale.Ora lo immagino mentre con le sue sneakers, la sua felpa e i suoi jeans passeggia sorridendo in paradiso, ma mi piace ricordare che quelle stesse sneakers hanno camminato sulla terra, lasciando un segno nella quotidianità delle sue giornate». Federico De Nicolo

Gli eventi

L’evento della beatificazione di Carlo Acutis è una occasione di grande gioia e di festa per tutta la rete Gesuiti Educazione. Tra i molti eventi in programma ad Assisi, due saranno i momenti più importanti e significativi: la grande veglia a Santa Maria degli Angeli la sera di venerdì 9 ottobre e la cerimonia solenne della Beatificazione, il giorno successivo, sabato 10 ottobre alle ore 16. I link per seguire l’evento in diretta sono pubblicati sul sito internet della Fondazione Gesuiti Educazione, sulla sua pagina Facebook e su Twitter.

Per informazioni e approfondimenti i link sul sito Gesuiti educazione

 

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