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Formazione Leadership

Loyola. A scuola di leadership ignaziana

Si è tenuto a Loyola, dal 24 al 31 luglio il corso di leadership ignaziana, organizzato dalla Provincia di Spagna, ma aperto anche ad altri gesuiti dell’Assistenza dell’Europa meridionale, italiani e portoghesi. Per la Provincia d’Italia vi hanno partecipato i padri Alessandro Manaresi; Giovanni La Manna, Alessandro Mattaini, Vincenzo Greco e Guglielmo Pireddu. Curiosamente un rappresentante per ognuna delle antiche cinque province dell’assistenza d’Italia.
Il corso in questione costituiva un’opportunità interamente nuova e alla sua prima edizione, poiché sostituiva il corso per superiori, organizzato per oltre un ventennio dalle province di Spagna.
Ha fatto gli onori di casa il Provinciale di Spagna, P. Francisco José Ruiz Pérez, meglio noto come “Paco Pepe”, coadiuvato dal P. Elias Lopez Pérez, gesuita incaricato del censimento e coordinamento dell’apostolato sociale in Spagna, e dal P. Antonio Guillén Paredes (maestro di terz’anno), a cui era affidata la proposta spirituale; essi sono stati affiancati dai relatori che hanno accompagnato i 27 corsisti nella splendida cornice di Loyola, alloggiati nell’Hotel Arrupe.
Lo spunto del corso è dovuto ad un passaggio del decreto V, al n. 30 della XXXV CG, in cui si sottolinea il fatto che «Oggi la leadership nella Compagnia è un ministero molto esigente. La necessità di cooperazione internazionale, di nuove strutture di partenariato e le accresciute attese circa la qualità della vita comunitaria sono solo alcuni dei fattori che richiedono che Superiori e Direttori d’opera – a tutti i livelli di governo – siano dotati di nuove attitudini e nuove competenze. Per questo occorre una specifica formazione per gesuiti e collaboratori in posizioni di leadership» in una vasta area quale l’amministrazione finanziaria, la pianificazione apostolica, la moderazione di riunioni, la soluzione di conflitti e si situazioni di crisi, ecc (ibidem, n. 31). A tale scopo, perciò, è stato ideato questo corso, destinato non unicamente a superiori ma, prevalentemente, a direttori di opera.
Pertanto, lo scopo del corso era quello di fornire un insieme di dati e di griglie di lettura, inerenti il lavoro in rete, il discernimento apostolico, la pianificazione locale a breve, medio e lungo termine, che permettano di giungere non a una qualsiasi forma di leadership, ma a quella caratterizzata da un taglio ministeriale (e non tecnocratico), in un contesto prettamente ignaziano, cioè collaborativo e valorizzatore delle risorse esistenti in un dato contesto apostolico. D’altronde principi del liderazgo ignaciano sono: il Magis, la collaborazione col laicato, il lavoro in rete, la creatività generale. A un primo sguardo emerge che i ministeri tipici della Compagnia sono difficilmente immaginabili senza capacità di leadership congiunte al discernimento e alla collaborazione.
Il P. Paco Pepe ha introdotto i lavori focalizzando l’intento dell’ultima CG, le sue connessioni con l’autorità, e sottolineando come ormai lo sviluppare queste dinamiche faccia parte del nostro nuovo contesto di missione, in quanto rispetto al passato è mutato il quadro di attitudini che si ritengono necessarie nei leaders (sullo sfondo aleggiava il deficit di persone che oggi vogliano assumere posti di responsabilità nella Compagnia). Circa le varie modalità e teorie a riguardo della leadership, nei suoi vari ambiti (ovviamente, anche extraecclesiali) è intervenuto il P. Elìas Lòpez Perez.
Il gesuita venezuelano Raul Gonzàlez Fabre ha toccato un punto delicatissimo: la leadership e la pianificazione strategica; tema che è risultato unanimemente apprezzato; e che ha dato spunto anche a un’esercitazione personale e di gruppo. Invece il P. José Garcìa de Castro ha aiutato i presenti a riflettere sul “liderazgo corporativo” tipico della Compagnia di Gesù, e già evidente nei suoi primordi, già durante la “fase parigina” dei primi compagni di Ignazio, in cui già appare un corpo apostolico soggetto della missione.
Ovviamente l’esperienza, metodologicamente com-partecipativa, si è conclusa con la sua valutazione, aperta anche ai futuri sviluppi di questo corso. L’apprezzamento positivo è stato pressoché generale. Senz’altro i partecipanti hanno acquistato maggior consapevolezza del fatto che necessitino ancora diversi strumenti metodologici, legati alla specificità ignaziana, ormai quasi indispensabili se si vuole attualizzare la sfida dell’evangelizzazione sempre antica e sempre nuova.

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