MAGIS. La missione di Padre Elio Sciuchetti in Madagascar
Gli anni esatti della sua presenza in Madagascar non li ricorda a stretto giro. «La prima volta che sono atterrato ad Antananarivo era il 1966 quando non ero ancora prete. Sei anni più tardi presi in carico come gesuita missionario la direzione del centro di formazione professionale di Bevalala. Nel frattempo ero stato 3 anni fuori per completare gli studi. Quindi sei meno tre, più… Diciamo pure che sono più di 40 anni che vivo in Madagascar».
Di anni padre Elio Sciuchetti SJ oggi ne ha 69. Basta (in questo caso) fare un rapido calcolo per capire che più di metà della sua vita l’ha trascorsa nell’affascinante “île rouge” dell’oceano indiano che si affaccia di fronte al Mozambico. La sua conoscenza profonda e di lunga data del paese lo ha reso il candidato ideale per ricoprire l’incarico di rappresentante della Fondazione MAGIS in Madagascar.
«Come rappresentante del MAGIS – spiega padre Sciuchetti – ho il compito di informare le istituzioni locali, in particolare la Banca centrale malgascia, dei diversi progetti in corso nel paese. Tutti i giorni la mia missione si svolge invece nel campo della pastorale: sono il responsabile di 6 parrocchie distribuite su un territorio nella periferia di Antananarivo dove risiedono 150mila persone, un terzo dei quali di religione cattolica». Ogni chiesa ha una propria scuola parrocchiale riconosciuta ma completamente indipendente dallo stato malgascio. Ai genitori dei 4.500 alunni è richiesto il pagamento di una retta scolastica. «La nostra politica è comunque quella di non escludere nessuno. Davanti a reali difficoltà economiche di qualche famiglia ci facciamo carico delle spese. Capita che famiglie più facoltose paghino per i bambini più bisognosi».
La rete parrocchiale è legata al Centro per la Formazione Professionale di Bevalala nella periferia della capitale di cui P. Elio è stato direttore dal 1972 al 2004. L’istituto, esteso su 104 ettari, comprende al suo interno 3 scuole e impiega nel totale più di 400 dipendenti. Il motto della nostra didattica era, è, e sempre sarà: «Insegnare per innovare».