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Magis. Lettera aperta dal Ciad, padre Franco racconta

Dal Ciad – Lettera aperta di padre Franco Martellozzo

Carissimi,
qualche notizia sul rapporto tra le nostre comunità cattoliche minoritarie e la maggioranza mussulmana. Ad un lungo periodo pacifico è seguito un periodo di turbolenze provocato dall’arrivo in Ciad degli Wahabiti islamici dell’Arabia Saudita, Kuwait, Qatar che hanno iniziato a espellere i musulmani moderati dalla moschea centrale nel territorio di Baro dove sono riusciti a stabilirsi e dove è anche presente una comunità cattolica molto radicata.

Da parte musulmana c’è molta stima nei confronti della Chiesa cattolica per le opere sociali realizzate, che sono aperte a tutti, senza differenze religiose, per il dialogo e il confronto costruito negli anni. Questo ha reso e rende difficile e complicato la diffusione dell’ islam integralista, che esclude il diverso, e così i wahabiti hanno agito con un strategia che ridicolizza la comunità cattolica durante le prediche nella moschea, cerca di separare la popolazione in credenti e non credenti, spezzando così l’amicizia tra religioni diverse, accentuando la divisione nei clan e nelle famiglie. Da qui grossi problemi nei matrimoni misti che prima erano sereni e dove c’era un profondo rispetto per la religione del partner anche se diversa.

Da mesi circola un video, attribuito a un congolese apostata, che sostiene:

1. Gesù è venuto esclusivamente per i Giudei e quindi il cristianesimo non ha senso. Tale affermazione sembra fondarsi su alcune dichiarazioni di Gesù isolate dal contesto;

2. L’Islam è fede in Dio Unico, di conseguenza anche Abramo e Gesù sono islamici.
Tali affermazioni sono state fatte proprie da un maestro islamico di Baro che, dopo aver imparato a memoria i video, ha organizzato una conferenza pubblica su tali argomenti invitando anche i cristiani al dibattito.

Tutto il villaggio di Baro vi ha partecipato, eccetto gli adulti cattolici. Tale incontro ha avuto conseguenze pesanti: donne mussulmane che al mercato accusano le donne cristiane di tradimento, falsità; forte tensione tra le due comunità con una risposta pubblica da parte un intellettuale cattolico che ha accentuato ancora di più la divisione. Da qui l’intervento delle autorità che hanno a oggi hanno interdetto ogni dibattito pubblico religioso. Il comitato islamico di Mongo, che ha autorità su tutto il territorio Baro compreso, è venuto a Baro per sgridare i musulmani wahabiti di aver attaccato in pubblico il cristianesimo.

Nonostante la tensione, tali avvenimenti hanno stimolato la comunità cattolica di Baro, in particolare i giovani, a due livelli:

1. Presa di coscienza della mancanza di formazione biblica e conseguente volontà a iniziare dei percorsi formativi (arriva un estraneo ci interpreta a suo modo con una citazione biblica per mettere in crisi).

2. Decisione di reagire in modo adeguato e saggio alle provocazioni del video diffuso, producendo altrettanti video in tutte le lingue della regione per diffondere e far conoscere la verità. A tal proposito i giovani di Baro stanno partendo da un testo francese elaborato insieme, si stanno dando da fare per tradurlo nelle varie lingue e intercalare i passaggi biblici con i canti delle corali. Tali traduzioni e canti saranno registrati e poi trasmessi, tramite i cellulari a tutti i villaggi del Tchad.
Quello che ci è apparso un grande male si rivela, oggi, essere un momento di consapevolezza, crescita e maturità…una Resurrezione…ALLELUIA ALLELUIA.
Un grande e caldo saluto a tutti.

Padre Franco Martellozzo SJ

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