Matarazzo: “Albania, unicum e laboratorio per l’intera Provincia”
Il bilancio e le riflessioni del Provinciale al ritorno dalla visita canonica effettuata dal 14 al 17 gennaio.
“Coniuga le ferite del passato, le umiliazioni cui è stata sottoposta, le contraddizioni del momento, le prospettive che si sono aperte: l’Albania è un unicum”. A condividerlo è padre Gianfranco Matarazzo SJ, al ritorno dalla visita canonica effettuata dal 14 al 17 gennaio. “Si coglie fermento e dinamismo spirituale. Gli esiti non sono tutti costruttivi: la corruzione è ancora forte, la classe politica non è ben formata, in tanti vanno via, ma il fermento e il dinamismo sono palpabili e possiamo raccogliere la sfida di indirizzare questo movimento verso uno sbocco costruttivo e a beneficio della stessa Albania”.
Nei giorni di permanenza la visita alle comunità di Scutari e Tirana: “C’è una grande opportunità di servizio per noi e per il nostro carisma. In particolare” sottolinea “mi riferisco alla possibilità di offrire una formazione secondo la nostra tradizione pedagogica. Tutte le iniziative ricevono una risposta positiva. Dovremmo passare a qualcosa di più sistematico e profetico. L’Albania è un laboratorio per la Provincia: è in bilico tra Europa e Oriente, è un contesto multireligioso, siamo una minoranza.
Il Paese si sta risollevando dalla devastazione del totalitarismo. C’è un processo di adesione all’Unione Europea. È un’arena di confronto e scontro tra visioni del mondo tra loro differenti. Bisogna conquistare le nuove generazioni al bene comune. Tutto questo arricchisce il nostro ascolto, il discernimento cui siamo chiamati, la missione che ci viene chiesta”. A Scutari la presenza è nel collegio “Pjetër Meshkalla” e a Tirana in una parrocchia. “Un gruppo giovane e qualificato di gesuiti” spiega Matarazzo “autorevole e in sinergia con la Provincia. Stiamo riformulando il progetto prestando sempre più attenzione alla società e alla chiesa albanese, senza la pretesa di esportare e imporre un modello organizzativo blindato e senza possibilità di mediazioni”.
In Albania i gesuiti arrivano dopo la caduta del regime. Presenti nelle due città in molti ambiti – dalla formazione all’accompagnamento spirituale, dalla costruzione delle chiese, al sostegno di vario genere – in questo momento, dopo più di 25 anni, sperimentano un lavoro di verifica, tramite il progetto apostolico, per una miglior lettura del contesto e una più mirata programmazione apostolica.
L’importanza del discernimento e la missione dei gesuiti in Albania, la visita di papa Francesco, il lavoro sul progetto apostolico sono tra i temi dell’intervista a p. Zef Bisha SJ, coordinatore regionale per l’Albania.