Matarazzo: “Il primo luglio nasce la Provincia Euro-Mediterranea”
Il padre Generale Arturo Sosa presiederà l’Eucaristia, presso la chiesa del Gesù a Roma, sabato 1 luglio alle ore 16.30, per la nascita della Provincia Euro-Mediterranea
Con padre Gianfranco Matarazzo, che il 22 marzo scorso è stato nominato provinciale della nuova Provincia Euro-Mediterranea (Italia, Albania e Malta), cerchiamo di capire i numeri e l’orizzonte di questa realtà nuova, che nasce come risposta alla chiamata per ripensare la missione e la presenza della Compagnia
La nuova Provincia quanti gesuiti comprenderà, quante case, quante opere?
“Innanzitutto, la nuova Provincia esprimerà una missione rinnovata, arricchita dal cammino di preparazione che abbiamo vissuto in questi anni, in uno spirito di collaborazione che unisce gesuiti e laici, spiritualmente vivace, con la gratitudine per le belle consegne che riceviamo dalle due Province di Malta e Italia. I gesuiti della nuova Provincia sono intorno ai 520, con 62 case e circa 70 opere. In questo scenario sono da includere i tanti laici che condividono la nostra missione, le realtà associative che si riferiscono a noi, le reti in cui siamo organicamente inseriti, le opere che gestiamo con la Compagnia a livello europeo…”
Quali sono le priorità del nuovo progetto apostolico?
“Il nuovo progetto innanzitutto riconosce il bel lavoro apostolico che ci consegnano le due Province di Malta e d’Italia e prova a rilanciarlo, da un lato, puntando su quattro orientamenti e, dall’altro, supportandolo con degli strumenti anche di verifica. E gli orientamenti sono: annuncio del Vangelo; apertura al discernimento; dimensione della giustizia; presenza nei processi di trasformazione delle culture. Questo progetto mi è stato consegnato dai gruppi di lavoro ad esso dedicati (Comitato di coordinamento, Gruppo revisore, Gruppo estensore) e all’intenso processo di ascolto che abbiamo avviato nelle Province. A questi orientamenti seguirà un lavoro di verifica dei progetti apostolici già strutturati e considerati di interesse della Provincia, di elaborazione di progetti nuovi, di valutazione dei progetti che ci saranno sottoposti”.
Concretamente come si lavorerà: una sola consulta? Una sola curia con una distaccamento a Malta? Come verrà assicurata la giusta partecipazione maltese?
“La nuova Provincia non è la somma delle due precedenti Province, non si riduce a una combinazione di quote percentuali e non è la risultante di tre territori, Albania, Malta e Italia, rispetto a cui trovare un compromesso al ribasso. È una realtà nuova e nasce come risposta a una chiamata che come gesuiti stiamo ricevendo per ripensare la nostra missione e la nostra presenza. Di conseguenza, essendo una nuova Provincia, avrà una sola consulta e una sola curia e la partecipazione appassionata di tanti gesuiti e laici alla missione. Puntiamo su questa comunione e su questo stile e gli incarichi saranno dati agli uomini e alle donne migliori, di qualunque provenienza geografica”.
Ci sarà un Noviziato unico?
“Sì, il Noviziato sarà unico e sancirà, anche in questo caso, ciò che già da tanti anni e con frutto sta avvenendo. Infatti, già da tempo nel Noviziato si formano insieme giovani maltesi e italiani e l’equipe formativa già da tempo è italo-maltese”.
Non ci saranno problemi di lingua: italiano, maltese, albanese, inglese…?
“Ce ne saranno, certo: si incontrano tre tradizioni linguisticamente ricche, come quella albanese, quella maltese, quella italiana. Al tempo stesso, a livello generale, c’è già una conoscenza buona in entrambe le Province della lingua inglese e di quella italiana, grazie anche alla formazione che già da molti anni i giovani gesuiti maltesi e italiani vivono insieme. E siamo nelle condizioni di poter fare meglio”.
Il nome della nuova Provincia è sicuramente evocativo ma poco didascalico, non mette a fuoco i soggetti coinvolti. Si aprirà in futuro ad altre realtà?
“Il nome è innanzitutto un tentativo di ascolto dello Spirito e un progetto apostolico su un’area geopolitica storicamente tra le più decisive. Sulla scia della nostra storia, vorremmo giocarci per favorire il bene comune, sulla scia degli orientamenti dichiarati nel progetto apostolico. Il nome è la risultante di un processo di discernimento con una discreta consultazione e che ha contemplato più possibilità. In questa prima fase, ho raccolto riscontri entusiasti e sarcasmi. Il nome della Provincia è anche un dono che si riceve e una scelta di assumerlo come prezioso. Il processo di ristrutturazione che ha coinvolto le Province di Malta e d’Italia è parte di un processo più ampio che attraversa la Compagnia di Gesù a livello universale ed è un fiorire di nomi nuovi. Quanto all’essere aperti ad altre realtà, lo siamo per carisma e per le eventuali decisioni che prenderà il Padre Generale, com’è stato nel caso della nuova Provincia”.
Chi sono i Patroni della Provincia Euro-mediterranea?
“Abbiamo puntato sulla continuità, confermando la patrona di entrambe le Province, cioè la Madonna della Strada, e abbiamo voluta arricchirla con le testimonianze più recenti del nostro carisma, cioè con i tre gesuiti martiri recentemente beatificati in Albania. La testimonianza suprema della vita non appartiene al passato. I gesuiti martiri hanno offerto la vita insieme ad altri carismi e in comunione con la Chiesa. Era un gruppo internazionale, come nel DNA del nostro carisma, e descriveva le diverse vocazioni possibili nella Compagnia, tra cui quella sempre bella e attuale dei fratelli coadiutori”.
Quali saranno le prime iniziative?
“Abbiamo cominciato a collaborare per la nascita della Provincia già da tempo con la definizione del nuovo progetto apostolico, cioè ciò che desideriamo realizzare insieme. Tutte le iniziative che proponiamo sono finalizzate a imparare a conoscerci meglio, a condividere, a riappropriarci della nostra fede e del nostro carisma come Buona Notizia. Per puntare sulla comunione del corpo, per recuperare stanchezze e conflitti. Per animare spiritualmente la nostra vita comunitaria. Per rilanciare la missione come frutto di comunione ecclesiale e di collaborazione con altri. In concreto valorizzeremo con questo spirito gli appuntamenti ordinari che già ci sono: l’incontro annuale dei superiori; quello dei direttori di opera; i ritiri del governo; la settimana degli scolastici, quella dei giovani padri e fratelli; gli incontri degli amministratori e degli economi; gli incontri dei gruppi spirituali ignaziani… avremo una particolare nel valorizzare le presenze di laici e gesuiti maltesi, albanesi e italiani nei diversi organismi e gruppi della Provincia”.
Cosa si farà per far conoscere all’unica Provincia le diverse componenti?
“Ci siamo preparati all’appuntamento con un processo lungo e ben rifinito anche dai governi che ci hanno preceduto, tra cui quello di P. Carlo Casalone e P. Paul Pace. Molto importante per me è stata l’interazione fraterna in questi ultimi tre anni con P. Patrick Magro, ultimo Provinciale di Malta. Un ruolo prezioso a livello strategico è stato svolto dagli Uffici comunicazione delle due Province. Nel corso di questi anni, abbiamo portato avanti un programma intenso di riunioni, di incontri, di ritiri, di meeting zonali, di gruppi dedicati che ci hanno permesso di cominciare a conoscerci bene come gesuiti e laici che lavorano all’unica missione. Abbiamo già un intenso calendario davanti a noi: proveremo a valorizzarlo negli appuntamenti che offre e vi aggiungeremo tutto ciò che il Signore ci ispirerà in termini di magis”.
Un suo augurio per futuro?
“Innanzitutto, ringrazio il Signore per il dono della nuova Provincia, in particolare perché ci ha fatto attingere alla ricchezza del nostro carisma e ce ne ha fatto sperimentare la sua attualità. Con questa gratitudine, invito tutti a rileggere la Formula dell’Istituto, a toccarne l’attualità profetica e contemplare la bellezza della nostra vocazione nei carismi donati alla Chiesa”.