MEG, “Testimoni fragili. La fede che fa i conti con la vita”
Più di 100 persone arrivate da diverse parti d’Italia, riunite insieme per riflettere sulla difficile scelta di essere testimoni oggi: questo, in poche parole, il convegno degli Amici del MEG svoltosi a Vitorchiano, alle porte di Roma, tra il 31 maggio e il 2 giugno dal titolo Testimoni fragili. La fede che fa i conti con la vita.
A guidare gli “Amici del MEG” – adulti che in passato hanno camminato nel Movimento, genitori di bambini e ragazzi iscritti al MEG oggi, amici degli Amici, persone che in altro modo sono venute a contatto con la spiritualità ignaziana– il padre Jean-Paul Hernandez SJ.
Ascoltarlo per crederci! Una valanga di spunti (biblici, teologici, antropologici, umani) capaci di smuovere qualsiasi coscienza. Una lettura della Bibbia non solo profondissima ma più avvincente di una pièce teatrale: perché i giochi di voce e la mimica facciale di Jean Paul, così come certi suoi umoristici accostamenti tra figure bibliche e personalità moderne, trasformano i protagonisti delle storie dell’Antico Testamento in persone vere ed attuali e interrogano e coinvolgono qualsiasi ascoltatore!
La figura che ci ha accompagnato nei due giorni di convegno è stata quella di Mosè. Mosè che, principe d’Egitto, sente bruciare l’ingiustizia nei confronti degli ebrei, ma sceglie la via dell’azione individuale. Mosè che, deluso dal fallimento dei suoi sogni di giustizia, si rassegna alla quotidianità routinaria del pastore che pascola il gregge del suocero. Mosè che, ormai vecchio e rassegnato, riscopre dentro di sé una fiamma vitale, riprende il sogno di gioventù e, pur balbuziente, accetta la chiamata di Dio a guidare un intero popolo verso la liberazione. Mosè che subisce regolarmente le contestazioni dei suoi a ogni momento di difficoltà o fatica, malgrado tutte le conferme già ricevute dal Signore, eppure sceglie di andare avanti. E ancora Mosè che, dopo gli sforzi e le peripezie di una vita, muore prima di arrivare in Terra Promessa!
Così, pian piano, noi Amici del MEG abbiamo capito di essere – o poter essere – anche noi tanti Mosè: testimoni in ogni scelta di vita già fatta, fragili in noi stessi e fragili dinanzi ai nostri faraoni personali; chiamati ad accompagnare, e-ducare, tramandare oltre i segni contrari e oltre i nostri dubbi e smarrimenti; chiamati ad intercedere per altri e – ancor più – a benedirli e lasciarli andare al momento opportuno. Tutto questo facendo memoria dei passaggi del Signore nella nostra storia e scegliendo, come i testimoni del Nuovo Testamento, di tenere gli occhi fissi sul Risorto.
Come gli altri Amici del MEG, siamo venute a questo Convegno fidandoci della vocina interiore che, in ogni fase della vita, ti spinge a rivolgere lo sguardo al cielo per cercare una vita ancora più bella e ancora più piena. E invece, inaspettatamente, ci siamo portate a casa occhi nuovi con cui guardare la terra…
Maria Cristina e Daniela Santacroce