Milano. Al San Fedele le “firme” di Popoli rileggono i primi 12 mesi di Francesco
«Tiratevi i piatti, ma poi fate pace». Parole di un Papa che un comico commenta. Ma non solo. A Milano la sera del 12 marzo, presso l’Auditorium San Fedele nove «firme» del mensile internazionale dei gesuiti Popoli, tra cui Giacomo Poretti (che insieme ad Aldo e Giovanni compone un famoso trio, curatore di una rubrica fissa sulla rivista), rileggono alcune frasi spiazzanti del primo Papa gesuita e latinoamericano della storia della Chiesa. Presentati dal vaticanista del Corriere della Sera, Gian Guido Vecchi, presenta i protagonisti di una serata speciale che ripercorrono, con brevi letture e video, parole e frasi diventate celebri.
Apre Maurizio Chierici, giornalista esperto di America Latina con l’espressione «dalla fine del mondo», pronunciata davanti alla folla di San Pietro da un Papa che mai era giunto da così lontano.. Maurizio Ambrosini, sociologo delle migrazioni e curatore di una rubrica fissa su Popoli, approfondisce il «No alla globalizzazione dell’indifferenza». I «pastori con l’odore delle pecore» sono invece il tema di Silvano Fausti, biblista, scrittore e un’altra delle firme che regolarmente compaiono sulla rivista, mentre Guido Dotti, monaco di Bose, si sofferma sulla «divisione tra cristiani, uno scandalo».
Miriam Giovanzana, direttrice editoriale di Terre di Mezzo e componente del Gruppo di consulenza editoriale di Popoli, riflette sul senso di «Misericordiando», neologismo coniato da Bergoglio, e il gesuita Fabrizio Valletti, autore di un blog su www.popoli.info dal quartiere napoletano di Scampia, torna sul concetto di «periferie» tanto caro al Papa, mentre suor Elisa Kidane, comboniana e giornalista, interpreta con ironia l’appello papale alle religiose: «Madri e non zitelle». Infine, @Pontifex, l’account Twitter che solo in Italia ha un milione e mezzo di follower, è commentato da Ugo Guidolin, esperto di social media e curatore sulla rivista della rubrica Inter@gire.