Milano.Mario Monti allievo dei gesuiti
Maturità 1961, classe B del Liceo Leone XIII. Dietro Mario Monti – designato a guidare il governo tecnico del Paese, dopo le dimissioni di Berlusconi – ci sono gli studi classici dai gesuiti, che gli hanno lasciato una non comune capacità di analisi. “Un numero uno nato”, ricorda padre Umberto Libralato, suo compagno di banco. “Eppure Monti non era il primo della classe – precisa – e proprio la matematica era il suo tallone d’Achille. Era insuperabile nelle materie umanistiche (italiano, storia, geografia) ma non in matematica, dove dovette accontentarsi anche del 6 e mezzo”. La sua applicazione diligente negli studi, il suo essere puntiglioso, la sua gentilezza e la prontezza nell’aiutare gli altri: queste le qualità messe in rilievo dal gesuita, che non trascura di ricordare anche una certa goffaggine in educazione fisica e una particolare timidezza di Mario con le ragazze. Lo scorso luglio gli ex alunni di quella classe si sono rivisti in occasione dei cinquant’anni dalla maturità. “Ho visto che il piglio e l’approccio non sono cambiati”, sottolinea Libralato. “Umile come sempre, ironico ma mai cinico. Garbato, tutto d’un pezzo. Ricordo che ci rimaneva male e si faceva taciturno quando gli dicevamo che era il prediletto dei professori e che a noi non andava giù il trattamento di favore che a volte sembravano riservargli”. E di fronte alle non facili sfide del momento politico attuale, dichiara: “Mario non è tipo da compromessi: o fa benissimo o non fa. O crede in quello che fa o preferisce non fare”.