Milano.Popoli.Hammarskjöld, un credente al servizio dell’Onu
Il 17 settembre 1961, sulla pista dell’aeroporto di Léopoldville, in piena crisi congolese, il segretario generale delle Nazioni Unite, Dag Hammarskjöld, saluta l’amico e collega Sture Linner prima di decollare verso un’impossibile tentativo di mediazione con i ribelli del Katanga. Lì, nel Congo infuocato dalla guerra, Hammarskjöld parla ancora una volta di quei mistici medievali che, in un’intervista radiofonica otto anni prima, aveva associato alle radici familiari della sua fede: «Per loro l’amore era un sovrappiù di forza di cui si sentivano interamente colmati quando cominciavano a vivere nell’oblio di sé». Poi si imbarca per quello che sarà il suo ultimo viaggio: nella notte l’aereo si schianta al suolo. Disgrazia, attentato, sabotaggio? Non si conoscerà mai con certezza la verità.
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