Milano. Studenti ignaziani, sulla via di Santiago per apprendere la vita
Dal 2 all’8 giugno un gruppo di studenti dei Licei del Leone XIII di Milano ha percorso un tratto del cammino per Santiago di Compostela in una intensa esperienza di “viaggio/pellegrinaggio alla scoperta di se stessi”.
“Camminando si apprende la vita,
camminando si conoscono le persone,
camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina, guardando una stella, ascoltando una voce,
seguendo le orme di altri passi.”
(Ruben Blades)
Ormai da quattro anni ai ragazzi delle quarte liceo dell’Istituto Leone XIII di Milano è data la possibilità di percorrere il tratto finale del cosiddetto ‘percorso francese’ del Cammino di Santiago de Compostela, che, nella sua interezza, è lungo oltre 900 chilometri.
All’iniziativa hanno partecipato quest’anno 20 ragazzi del Leone XIII e uno dell’Istituto Sociale di Torino, accompagnati da tre docenti: la prof.ssa Francesca Argenti, il prof. Giulio Pini e p. Diego Mattei. 170 i chilometri percorsi, in sei giorni di cammino,partendo da Villafranca del Bierzo e giungendo a Santiago, dopo aver toccato le località di Fonfria, Samos, Potomarin, Palas de Rey, Arzua e infine Santiago. Passo dopo passo, affrontate le pendici del Monte O Cebreiro, il cammino si dipana tra le colline e i campi della Galizia, seguendo il duplice segnale della freccia gialla e della conchiglia. Lungo il percorso, già dopo il secondo giorno, alcuni volti si fanno familiari. I pellegrini che camminano allo stesso ritmo di passo e con le stesse mete negli ostelli lungo pellegrinaggio diventano gli amici da salutare. E l’esperienza di internazionalità è impressionante. Lungo il Cammino si incontrano uomini e donne di tutte le età e di tutte le provenienze: Europa, Stati Uniti, Cina, Giappone, tutti compagni accomunati dalla medesima ricerca di profondità spirituale. Alla bellezza dei luoghi si unisce inoltre un’esperienza di semplicità e sobrietà. Lo zaino deve essere leggero per non costituire un intralcio e la scoperta che basta poco per essere felici è inevitabile.
Giunta alla quarta edizione, la proposta del Cammino si conferma come un’occasione di crescita importante per gli alunni delle nostre scuole.
Il Cammino è una delle metafore più potenti per esprimere il mistero e la bellezza della vita, dello studio e della ricerca, della fede, del vivere insieme. Grazie a questa esperienza i ragazzi sono messi nelle condizioni di “riempire” di senso le parole “cammino”, “percorso”, “via”. Al termine del pellegrinaggio, esse non sono più parole vuote, ma costituiscono un’esperienza globale della persona, fisica, intellettuale e affettiva.
Nel Cammino i ragazzi imparano ad affrontare la fatica, le proprie paure e i propri limiti. Hanno il tempo e lo spazio per prestare attenzione a se stessi e ai compagni, a ciò che si muove nel loro cuore, alla bellezza del Creato intorno a loro, a ciò che la Parola di Dio smuove e comunica. I lunghi sentieri del pellegrinaggio si riempiono non solo di dialoghi, ma anche di silenzi fecondi.
“Lo sfondo del nostro cammino”, hanno scritto i partecipanti nel loro “diario di viaggio” “ricordava un paesaggio in bilico tra il Signore degli Anelli e i Canti di Ossian, pareva quasi di trovarsi in una foresta incantata. Lungo il cammino abbiamo trovato viveri e bibite lasciate apposta per i viandanti, quasi un segno del destino.”
I ragazzi imparano ad attraversare la fatica e le emozioni, non eliminandole, ma vivendole. E giungendo infine a Santiago provano a se stessi di essere capaci di grandi progetti, in una conoscenza realistica di se stessi che abbraccia le potenzialità, spesso ignote, e i limiti, spesso sovradimensionati. Il Cammino offre il tempo e lo spazio per riscoprirsi, con gli altri e grazie alle differenze sane che emergono. Il pellegrinaggio permette di essere se stessi, in un modo diverso da quello quotidiano. In questa novità, Dio può fare breccia con una parola nuova per la persona.
Al termine dell’esperienza, a ciascun partecipante è stato chiesto di sintetizzare in una frase cosa ha scoperto durante il “Cammino”. Ecco le loro risposte:
Durante il Cammino ho scoperto….
…il vero dialogo con me stesso. (Massimiliano)
…a farmi conoscere con sincerità dagli altri. (Federica)
…una fatica rigenerante. (Edoardo)
…che tutti hanno qualcosa da insegnare. (Federico)
…l’importanza che hanno i sogni e le aspirazioni di ognuno. (Alessia)
…la tinta viola di ali di farfalla e la profondità del discorso. (Luca)
…il valore di alcune persone e l’importanza dell’amicizia. (Alessandro)
…che spesso i limiti che ci poniamo non sono reali. (Francesca)
…che è più saggio un viaggiatore di un anziano. (India)
…il piacere di fermarsi. (Andrea)
…quanto è bello non aver paura, amare e fidarsi. (Chiara)
…che ci sono anch’io. (Pietro)
…uno sguardo. (Vito)
…la semplicità e la forza di volontà. (Federico)
…il colore di un paio di occhi. (Edoardo)
…chiese e piazze molto carine in vari luoghi; sono molto riconoscente. (Matteo)
…le meraviglie che nasconde la forza di volontà. (Caroline)
…come ascoltare la natura. (Eleonora)
…come aiutare gli altri nei momenti di bisogno. (Eleonora)
…che anche se mi troverò da sola non lo sarò mai veramente. (Sofia)
…Durante il cammino ho ritrovato libertà. (Giacomo)