Nicolás, come orizzonte il mondo
Il Centro Astalli ha presentato oggi in diretta sul suo canale YouTube il libro “Come orizzonte il mondo. I discorsi di Adolfo Nicolás ai rifugiati”: tre discorsi pronunciati da Nicolás, Generale della Compagnia di Gesù dal 2008 al 2016, in tre diverse occasioni in cui è stato invitato dal Centro Astalli a incontrare i rifugiati. Dopo il saluto iniziale di P. Arturo Sosa, Preposito generale della Compagnia di Gesù, sono intervenuti la storica Anna Foa, l’Imam Izzedin Elzir (Presidente Scuola fiorentina per l’educazione al dialogo interreligioso e interculturale) e P. Camillo Ripamonti, Presidente Centro Astalli ha moderato Vania De Luca, giornalista Rai News 24.
Il testo si apre con questa introduzione di padre Federico Lombardi SJ
Padre Adolfo Nicolás è mancato a Tokyo il 20 maggio 2020. Per otto anni – dal 2008 al 2016 – è stato il Superiore generale della Compagnia di Gesù. Già Provinciale del Giappone – proprio come Padre Arrupe –, ricco della sua esperienza missionaria e pastorale in Asia, ha insegnato ai suoi confratelli a guardare verso orizzonti larghi come il mondo, ad aprirsi con disponibilità ed entusiasmo all’incontro con tutti i popoli, anche quelli che potrebbero apparire molto lontani. Anche l’impegno a favore dei poveri, essenzialmente connesso alla missione evangelizzatrice dei gesuiti, è stato da lui costantemente ribadito e promosso. Perciò il Jesuit Refugee Service e tutte le attività per e con migranti e rifugiati svolte dai gesuiti in collaborazione con moltissime altre persone, hanno sempre trovato in lui un sostenitore efficace e deciso, una guida aperta e cordiale. I tre interventi qui riportati di Padre Nicolás, in occasione di altrettanti eventi pubblici organizzati dal Centro Astalli, ne sono una testimonianza eloquente. È giusto raccoglierli e conservarli, non solo come atto di gratitudine nei suoi confronti, ma anche per il loro valore intrinseco, che va ben aldilà del discorso di circostanza. Le parole di Padre Adolfo non avevano mai il tono del discorso preparato e formale: avevano sempre un tono inconfondibile di genuinità e di esperienza vissuta. Basti rileggere l’inizio del suo primo intervento, subito dopo l’introduzione del moderatore: «Una cosa è vera: di tutto il lavoro che ho fatto nella mia vita come prete, gesuita, i quattro anni più felici – in cui mi sono sentito più a mio agio come sacerdote – sono stati quelli al Centro pastorale per i migranti di Tokyo. Ci sono tante cose che non mi aspettavo e che ho trovato, decisamente, nell’incontro con i migranti…». Quindi Padre Nicolás sapeva di che cosa parlava. I temi di queste conversazioni – apertura all’altro e incontro di culture, superamento dei pregiudizi, accoglienza oltre la chiusura dei confini, importanza dell’educazione, riconciliazione, tutela dei bambini… – non rimangono concetti astratti o proclamazioni di principio, ma sono atteggiamenti spirituali, comportamenti vissuti, impegni di azione. Il primo intervento dei tre riportati è dei primi mesi del suo generalato. Il terzo invece è degli ultimi e si chiude con parole veramente caratteristiche del suo modo di essere e dell’insegnamento che ci lascia: «Possiamo imparare da migranti e rifugiati ad essere misericordiosi con gli altri. Impariamo da loro ad essere umani nonostante tutto. Impariamo da loro ad avere come orizzonte il mondo, e non la nostra piccola, ristretta cultura. Impariamo da loro ad essere persone del mondo». Impariamo da loro e abbiamo come orizzonte il mondo. Siamo proprio al cuore del messaggio del P. Nicolás.
P. Federico Lombardi SJ