Storia della Compagnia di Gesù
Un fuoco che accende altri fuochi
Nel 1540 Sant’Ignazio di Loyola fondò la Compagnia di Gesù insieme a un energico gruppo di compagni; il loro obiettivo era aiutare le persone a trovare Dio nella propria vita e a riconciliarsi con Dio, con sé stessi, con il prossimo e con il creato.
I gesuiti avrebbero dovuto viaggiare come missionari, predicando e amministrando i sacramenti ovunque ci fosse speranza di portare un bene più grande. Fin dalla sua fondazione l’Ordine è cresciuto, e oggi conta più di 16.000 gesuiti nel mondo.
S. Francesco Saverio SJ
Il “San Paolo delle Indie”, di Navarra, è a Parigi in stanza con Ignazio e Pietro Favre. Diffidente verso Ignazio, vuole proseguire la sua carriera. A vincerlo è l’affetto dei due per Cristo. Viene inviato in India al posto di un gesuita malato. Affronta pericoli ed imprevisti con i poveri pescatori dell’India, i nobili intellettuali del Giappone, i commercianti senza scrupoli. Di conforto le lettere di altri gesuiti. Intere popolazioni ascoltano il Vangelo per la prima volta. Muore a 46 anni, nell’isola di Sancian nel 1552, alle porte della Cina.
S. Pierre Favre SJ
Tra gli studenti da qui nacque la Compagnia, è il più brillante e disponibile. Figlio di pastori della Savoia, desidera studiare. A Parigi è in stanza con Ignazio e Francesco Saverio. Si crea subito un’intesa: Pietro aiuta Ignazio negli studi e quest’ultimo nella vita spirituale. A Roma, Ignazio l’avrebbe voluto Superiore al suo posto. Ma Pietro è a Parma, poi in Germania, nei Paesi Bassi e in Spagna, per ristabilire la pace. Muore a Roma nel 1547. Molti, suo tramite, si convertirono e alcuni, come Pietro Canisio e Francesco Borgia, diventarono gesuiti.
S. Francesco Borgia SJ
Di importante famiglia aristocratica in Spagna, è duca di Gandia e viceré di Catalogna. Alla morte della moglie abbandona cariche e privilegi ed entra in Compagnia, contribuendo alla diffusione dell’ordine su richiesta di Ignazio. Rifiuta la nomina a cardinale, contraria alle regole della Compagnia. Nel 1565 è eletto Superiore Generale. La Compagnia cresce e intensifica l’ attività missionaria, grazie alla sua ampia visione apostolica. A lui si devono decisioni su noviziati, centri studi filosofici e teologici per i gesuiti in formazione.
S. Pietro Canisio SJ
Nasce l’8 maggio 1521 a Nimega, Olanda. Entra in Compagnia nel 1543. É al Concilio di Trento, in Baviera decano, rettore e vice-cancelliere dell’università di Ingoldstadt, a Vienna in ospedali e carceri. Nel 1556 Provinciale della Germania Superiore, crea comunità e partecipa a negoziati per la Chiesa. Con i suoi scritti, esercita un forte influsso per risanare le radici spirituali dei credenti. Muore il 21 dicembre 1597 a Friburgo. Beatificato nel 1864, secondo Apostolo della Germania nel 1897, è canonizzato nel 1925 e dichiarato Dottore della Chiesa.
P. Alessandro Valignano SJ
Nasce il 7 febbraio 1539 a Chieti. Nel 1573 è visitatore dell’India e del Lontano Oriente. Vive tra Giappone, Cina e India, fonda il collegio di Macao. Nel 1577 avvia rapporti con i siro-malabaresi. Lavora per formare un clero indigeno in India. Obbliga le comunità a scrivere lettere per far conoscere la missione in Europa, a cui chiede l’invio di missionari con necessaria formazione. In Giappone forma leader ecclesiastici e secolari. Redige uno specifico piano pedagogico. Avvia la letteratura giapponese cristiana. Muore il 20 gennaio 1606 in Cina, a Macao.
Approvazione della Compagnia
A Roma, Ignazio e i compagni, si strutturano con le regole del diritto canonico. La Formula Instituti, approvata da Paolo III il 3 settembre 1539, contiene il carattere apostolico, il fine – far progredire gli uomini nella fede e nella cultura religiosa-, la povertà, l’obbedienza alla Santa Sede e al preposito, l’abolizione del coro, la promessa di recarsi ovunque il papa avesse indicato. Paolo III approva con la bolla Regimini militantis Ecclesiae del 27 settembre 1540, con il limite di 60 membri.
L’elezione di Ignazio a preposito generale
Con l’approvazione da parte del Papa, la Compagnia deve eleggere un proprio Superiore (preposito generale): l’elezione ha luogo il 2 aprile 1541. Tutti eleggono Ignazio. Solo lui indica sulla propria scheda di dare il proprio voto a chi avrebbe riportato il maggior numero di suffragi, eccettuato il proprio nome. Una nuova elezione, il 13 aprile, dà il medesimo risultato. Ignazio si ritira nel convento di San Pietro in Montorio. Là il francescano Fra Teodoro da Lodi, che riceve la sua confessione, gli ordina di accettare e Ignazio acconsente.
S. Roberto Bellarmino SJ
Santo e dottore della Chiesa, si distingue nelle dispute con i protestanti per la forza delle argomentazioni e i toni pacati. Collabora alla revisione della Vulgata. Vescovo di Capua e cardinale contro la sua volontà, nel 1599 è membro del Santo Romano Uffizio, servizio vissuto nella disposizione d’animo di salvare l’affermazione del prossimo più che condannarla. Segue i processi di tutto il XVII secolo, contro Giordano Bruno e contro Galileo Galilei. Muore a S. Andrea al Quirinale nel 1621, dopo una vita di profonda umiltà e semplicità.
Ministeri speciali: prostitute, orfani ed ebrei
Nel 1543 Ignazio fonda a Roma la casa di Santa Marta, per il recupero delle prostitute. In altre città i gesuiti ne seguono l’esempio. Per i bambini di strada, il veneziano Girolamo Miani fonda la Compagnia dei servi dei poveri: garantisce vitto, alloggio, insegna a leggere, scrivere e un mestiere. Vi lavorano cinque gesuiti. Per ispirazione nascono altri centri. A metà del XVI sec. la maggior parte degli ordini religiosi rifiuta membri di origine ebraica. Ignazio non condivide e Laìnez, secondo generale dell’ordine, testimonia che la linea prevalse.
Gli Esercizi Spirituali, unico testo di preghiera approvato da una bolla pontificia
Francesco Borgia fa pervenire a Papa Paolo III una petizione per l’approvazione di un libretto di Esercizi Spirituali, scritto da Ignazio. I primi compagni già li predicano con molto frutto. Per essi, Ignazio era stato messo in carcere dall’Inquisizione. La risposta del Papa arriva il 31 luglio 1548: “[…] abbiamo accertato che detti Esercizi sono pieni di pietà e santità, e sono e saranno molto utili per il progresso spirituale dei fedeli […] esortiamo di avvalersi dei benefici di questi Esercizi e di lasciarsi plasmare da essi”.
S. Stanislao Kostka SJ
Nasce in Polonia il 28 ottobre 1550. La famiglia, cattolica e principesca, lo vuole diplomatico. Studia a Vienna dai gesuiti. Ne ammira lo stile. Desidera unirsi loro. Il padre si oppone. Uno dei gesuiti gli consiglia di andare in Germania. Parte a piedi e incontra il Provinciale Canisio che lo prova come domestico. Poi lo invia a Roma. Arriva a piedi il 27 ottobre 1567, dal Borgia. Inaugura il noviziato di Sant’Andrea al Quirinale. Contrae la malaria. Muore il 15 agosto 1568. Legato all’eucarestia e a Maria, è santo con Luigi Gonzaga il 31 dicembre 1761 e patrono dei novizi.
I gesuiti al Concilio di Trento: pacati nel parlare, tranquilli nell’ascolto
Al Concilio di Trento, parteciparono anche i pp. Laìnez e Salmeron, come teologi, designati da Ignazio su richiesta di papa Paolo III, e p. Jay, procuratore del vescovo di Augusta. Ignazio inviò una lettera, con istruzioni per i suoi: li volle più mediatori che protagonisti, pacati nel parlare e tranquilli nell’ascoltare, per capire e valutare le opinioni altrui, e rispondere oppure tacere; per quanto possibile, avrebbero anche continuato i ministeri pastorali e le visite ai poveri, e si sarebbero incontrati la sera per una rilettura in comune.
Il Collegio romano e la nascita della Gregoriana
Dopo il Collegio-Università di Messina (1547), Ignazio iniziò a Roma, in Via Capitolina, nel 1551, per 15 studenti gesuiti, il futuro Collegio Romano, che si trasferì, nel 1557, sul terreno dell’attuale Chiesa di Sant’Ignazio. L’insegnamento era gratuito; una macchina da stampa dotava di libri a basso costo; nel XVII secolo gli studenti erano 2.000; dopo la soppressione e gli eventi del 1870, fu trasferito, nel 1873, come Pontificia Università Gregoriana a palazzo Borromeo e, nel 1924, a Piazza della Pilotta, sede attuale.
P. Matteo Ricci SJ
Al Collegio Romano è segnato dai corsi di scienze naturali. Vista la memoria, i superiori lo inviano in Cina. Vince la diffidenza degli ufficiali dell’impero grazie alla curiosità per alcuni oggetti: un orologio, un prisma, un dipinto della Madonna, una carta geografica. Le conoscenze scientifiche, le qualità morali e la sua capacità d’integrazione ne conquistano il cuore. Accede alla corte dell’imperatore Wanli. Muore a Pechino nel 1610. Tra le sue opere i trattati morali, di aritmetica, geometria e astronomia, il Mappamondo e Il vero significato del Signore del Cielo.
La più grande città dell’America Latina è stata fondata dai gesuiti
San Paolo è la più grande città dell’America Latina con oltre 10 milioni di abitanti, 19 con l’area metropolitana. Nel 1554 un piccolo gruppo di missionari gesuiti sceglie come luogo per la fondazione di un collegio una collina che oggi si trova nel centro città. Il 25 gennaio 1554, con una messa, si inaugura il collegio. Il nome “São Paulo” è scelto perché la Chiesa in quel giorno festeggiava la conversione di San Paolo. Oggi è presente un museo in cui è possibile ammirare in un plastico la ricostruzione del collegio e dell’area come era all’epoca.
S. Luigi Gonzaga SJ
Patrono dei giovani, Luigi nasce a Mantova nel 1568. Primogenito del marchese di Castiglione, ramo cadetto dei Gonzaga di Mantova, fin da bambino cerca di realizzare i suoi grandi desideri. Sperimenta il meglio e il peggio della grande nobiltà italiana. Si reca in Spagna per l’incoronazione dell’imperatore Federico II. A 17 anni, sceglie di diventare gesuita. Muore a Roma, a 23 anni, studente al Collegio Romano, servendo i malati durante un’epidemia di peste. È sepolto nella chiesa di Sant’Ignazio. Nella Compagnia è patrono dei gesuiti che studiano teologia.
S. Pietro Claver SJ
Incontra i gesuiti a Barcellona durante gli studi universitari. Entra nella Compagnia nel 1602. Studia filosofia a Maiorca. Quindi si offre per le missioni. É in Colombia nel 1610. Per 35 anni cura nel porto di Cartagena, costa caraibica, gli schiavi che arrivano dall’Africa, 10 mila all’anno, in condizioni orribili. Aspetta sul molo con del cibo elemosinato e li cura nella stiva delle navi. Ne battezza molti. Visita ospedali e cura malati di lebbra e peste. Contrae lui stesso la peste e muore nel 1654.
La diffusione della Compagnia
La vera fase di crescita della Compagnia si ebbe tra il 1580 ed il 1620, sotto il generalato di Claudio Acquaviva, con un aumento da 5.200 a 13.100 membri ed un grande ampliamento apostolico: alcuni gesuiti divennero consiglieri di cardinali o confessori di re, altri contribuirono al contrasto della diffusione del protestantesimo, fino ad essere martirizzati in Inghilterra e Irlanda, altri come Matteo Ricci, Alessandro Valignano e Ippolito Desideri estesero la missione all’Estremo Oriente, altri alle Americhe.
P. Claudio Aquaviva SJ
Nasce il 14 settembre 1543 ad Atri, Teramo. Con lui, quinto Padre generale per 34 anni, la Compagnia passa da 5.165 a 13.112 gesuiti. Custode dell’autenticità dell’Istituto lotta contro gli oppositori interni ed esterni. Flessibile per le controversie teologiche, distingue dottrina e opinione privata. Conferma l’ora di meditazione quotidiana e i due esami di coscienza. Dà forma al piano della terza probazione, stabilisce un padre spirituale per comunità. Tra i documenti il Directorio degli Esercizi Spirituali e la Ratio Studiorum. Muore il 31 gennaio 1615 a Roma.
S. Giovanni Berchmans SJ
Giovanni Berchmans nasce a Diest nel 1599, figlio di un calzolaio fiammingo, primogenito di 5 figli. Studia latino nella Scuola Grande di Diest. Nel 1612, per problemi economici, entra nella casa del canonico Froymont, a Malines, come cameriere e istitutore di giovani nobili, per continuare gli studi. Il 24 settembre 1618 emette la prima professione. Nel 1619 è a Roma per gli studi filosofici al Collegio Romano. Muore 2 anni dopo, il 13 agosto 1621. É rappresentato con un crocefissoe il libro delle regole della comunità, che seguiva con cura.
L’innovazione della Ratio Studiorum
Con il diffondersi dei Collegi, viene redatta e perfezionata in 4 edizioni successive la “ratio studiorum”, raccolta di documenti per l’organizzazione e il metodo di studio. Riferimento per la pedagogia ignaziana, è metodo ancora oggi adottato nelle scuole. Nel rapporto personale tra educatore e studente il punto di forza, come promuovere un apprendimento cooperativo, favorire uno studio attivo.
La questione dei riti malabarici
La Controversia dei riti malabarici, nata del Seicento, come la Questione dei riti cinesi, deve il nome alla regione indiana del Malabar, dove a Madura (oggi Madurai) era un’importante missione. Il missionario De Nobili, nel 1604 permise ai neofiti l’uso di segni distintivi delle caste e abluzioni, propri della cultura locale (riti malabarici). Questo fu apprezzato localmente, ma col tempo provocò critiche e poi divieto da parte del Papa Benedetto XIV, nel 1744. Nel 1940, fu papa Pio XII, ad abrogare il divieto dei riti malabarici.
I gesuiti e Galileo Galilei
Lo scienziato pisano ha avuto relazioni con molti gesuiti: p.Clavio lo propose per un posto di insegnate a Pisa, p. Bellarmino cercò di impedire che il Sidereus Nuncius fosse messo all’indice nel 1616. Qualcuno non fu in accordo con lui, come p. Grassi: dalla loro polemica sulla natura delle comete, nacque il Saggiatore. Comunque, nel corso del processo a causa del Dialogo sopra i Massimi Sistemi, uno dei consulenti, p. M. Inchofer SJ, dichiarò infondate le accuse contro Galileo; ma questo non impedì la sua condanna.
Ignazio e Francesco Saverio proclamati santi
Nel 1622 Ignazio e Francesco Saverio vengono proclamati santi con Filippo Neri, Teresa d’Avila e Isidoro il contadino. “I nomi più grandi nella storia della Compagnia” si legge nel testo della canonizzazione”. Il primo, per ammirabile conversione, austerezze di penitente, magnifiche e svariatissime imprese; il secondo per slanci d’un’accesissima carità, indicibili fatiche tra i gentili e prodigi degni dei primi apostoli”. Insieme: Ignazio, attraversata l’ Europa a piedi, a Roma per volere di Dio, Francesco Saverio, in viaggio, per diffondere la Parola.
La polemica con i giansenisti
Fu una disputa teologica importante in cui la Compagnia di Gesù fu coinvolta. I giansenisti sostenevano che l’uomo, per il peccato originale, è destinato a fare il male; alla loro antropologia “pessimista” conseguiva una morale rigida. I gesuiti si opposero, affermando che l’uomo conserva la possibilità di scegliere il bene anche dopo la caduta di Adamo. Molto diffusa in Francia e nell’Europa cattolica, nel periodo in cui la questione protestante era ancora viva, la dottrina giansenista fu infine condannata come “non conforme” al Magistero.
S. Claude de la Colombière SJ
Nasce il 2 febbraio 1641 in Francia. Il padre è notaio. Dei 7 figli, 2 muoiono e 4 si consacrano. Studia a Lione. Nel 1658 è in noviziato. Conosce i suoi limiti, specie la vanagloria. Due donne gli cambiano la vita. Suor Margherita Maria Alacoque e la duchessa di York, da cui è predicatore. Dopo un periodo di detenzione, è in Francia. Si ammala di tubercolosi. Cura la direzione spirituale dei giovani a Lione. A Paray-le-Monyal muore il 15 febbraio 1682 a 41 anni. Una totale offerta di sè a Dio. Beato nel 1929, Giovanni Paolo II lo canonizza il 31 maggio 1992.
Fr. Andrea Pozzo SJ
Nasce a Trento nel 1642. Da giovane si dedica alla pittura. É gesuita a 23 anni. Tra le sue opere la decorazione della chiesa di Sant’Ignazio, a Roma in cui Ignazio riceve attraverso Cristo una luce mistica da Dio che passa ad altri santi gesuiti, e da questi ai 4 continenti conosciuti, perchè i popoli si rivolgano a Dio. Ancora, la finta cupola e l’altare di sant’Ignazio e il corridoio delle Camerette. Muore a Vienna nel 1709. Maestro nelle tecniche della prospettiva e del trompe l’œil, il suo trattato sulla prospettiva venne tradotto in russo e cinese.
P. Domenico Zipoli SJ
Nasce a Prato nel 1688. Studia musica con Becattelli e Scarlatti. A Roma è tra i più rinomati esecutori e compositori. Entra in noviziato nel 1716. Con 53 missionari, giunge a Buenos-Aires. A Cordoba studia filosofia e teologia. Mantiene la passione per la musica, come maestro di coro e organista. Dal 1725 ha i primi sintomi di tubercolosi. Muore il 2 gennaio 1726. Negli archivi dell’America Latina diverse le sue composizioni, suonate nelle Reduciones di San Pedro e San Pablo. Il suo lavoro viene diffuso dai confratelli, tra cui Martin Schmidt a contatto con gli indios.
P. Lorenzo Ricci SJ
È Superiore generale (1703 – 1775) in un momento delicato della storia della Compagnia di Gesù, per le tensioni con i governi europei. Sotto di lui l’Ordine fu espulso prima da alcuni paesi come Portogallo, Francia e Spagna, le Costituzioni bruciate in piazza nonostante le proteste di Clemente XIII. Con Clemente XIV la Compagnia fu soppressa, i gesuiti integrati nel clero diocesano e religioso, Ricci imprigionato a Castel Sant’Angelo, fino alla morte, due anni dopo, vittima di umiliazioni di ogni tipo.
S. Giuseppe Pignatelli SJ
Nasce il 27 dicembre 1737 a Saragozza. Dopo l’espulsione dei gesuiti dalla Spagna nel 1767, si imbarca per Civitavecchia. É a Ferrara e Bologna impegnato nella conversazione spirituale. Stimato dai suoi e dai sovrani borbonici di Parma e Napoli, è il principale restauratore della Compagnia, che riorganizza da Provinciale. Si rifugia a Roma dove tratta con Pio VII gli assunti della Compagnia, dedicandosi a governo, direzione spirituale e soccorso dei poveri. Muore il 15 novembre 1811 a Roma. È beatificato da Pio XI nel 1933 e canonizzato da Pio XII nel 1954.
La soppressione della Compagnia
Cacciata da Portogallo, Spagna, Francia, Napoli e dalle colonie del Sud e Centro America, nel 1773 la Compagnia viene soppressa. Le corti borboniche costringono Clemente XIV a firmare il 21 luglio 1773 il decreto “Dominus ac Redemptor”. Il documento deve essere accettato dai sovrani di Stato: così la Compagnia sopravvive in Prussia e Russia. Tra le cause l’opposizione all’Illuminismo e al Giansenismo, la difesa di teorie lassiste in campo morale, l’antipatia suscitata nelle corti per il supporto alle popolazioni autoctone, contro il loro sfruttamento.
La ricostituzione della Compagnia di Gesù
Nell’agosto 1814 nella cappella della congregazione dei nobili a Roma, alla presenza di una grande folla, tra cui 150 gesuiti dei tempi della soppressione, Papa Pio VII fa leggere la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum con cui la Compagnia è ricostituita. I gesuiti sono 600. A gruppi o da soli tornano nelle terre da cui erano usciti: riaprono chiese e scuole. Il contesto europeo è cambiato e anche la Compagnia.
P. Angelo Secchi SJ
P. Secchi (Reggio Emilia 1818 – Roma 1878) è uno dei più importanti astrofisici. Scopre che le stelle possono essere di quattro tipi, in base alla composizione spettrale. É il fondatore della meteorologia, medaglia d’oro all’esposizione universale di Parigi, nel 1867. Quando le truppe del Regno d’Italia entrano a Roma nel 1870, i religiosi sono espulsi e i loro edifici diventano dello Stato. Per la fama, gli si permette di proseguire le ricerche nel suo osservatorio, sopra la falsa cupola di Sant’Ignazio, lì costruito per la stabilità che i pilastri davano agli strumenti.
P. Gerard Manley Hopkins SJ
Un «piccolo pacco d’esplosivo ad alto potenziale», capace di liberare la poesia inglese «dal “ron ron” della tradizione ottocentesca», così Attilio Bertolucci ha definito l’opera di Gerard Manley Hopkins (1844-1889). «Come salvare la bellezza dallo svanire lontano?»: questa fu la domanda a guidare la sua ispirazione. Maturato dalla sofferenza, troppo moderno per il suo tempo, teso a trovare la «freschezza» che vive nel «profondo delle cose», cantò «la grandezza di Dio» non come stabile sicurezza dell’essere, ma come autore delle differenze.
Nasce “La Civiltà Cattolica”, prima rivista in lingua italiana
L’idea è entrare in dialogo con la cultura per preservarla dalle provocazioni risorgimentali dei massoni e dei liberali. Si utilizza l’italiano per una più ampia divulgazione. Primo direttore è p. Carlo Maria Curci. A volerla è Papa Pio IX. Scrivono solo gesuiti tra cui p. Luigi Taparelli d’Azeglio, p. Antonio Bresciani e p. Matteo Liberatore. Del 1° fascicolo, 4.200 copie, sono 7 le edizioni. Dopo 4 anni si arriva a 13.000. Il tipografo acquista una “macchina celere”.
P. Tacchi Venturi SJ
Storico, diplomatico e scrittore. Nasce il 12 agosto 1861 a San Severino Marche (Macerata) e muore il 18 marzo 1956 a Roma. Per le sue doti di scrittore, è scelto dal Padre generale Luis Martín SJ per scrivere la Storia della Compagnia di Gesù in Italia. L’opera, che si limiterà al periodo ignaziano, si segnala per il superamento del genere letterario apologetico, per l’esattezza critico-filologica, per la ricostruzione storica e, infine, per la tesi della lenta maturazione di Ignazio e una graduale chiarificazione dei suoi piani. È responsabile per gli articoli su temi ecclesiastici della E
P. Lorenzo Rocci SJ
Nasce a Fara Sabina l’11 settembre ed entra nella Compagnia di Gesù a 16 anni nel noviziato di Napoli, il 18 ottobre 1880. È noto per la sua opera più famosa: il Dizionario di Greco – Italiano, pubblicato nel 1939 e utilizzato da milioni di studenti italiani. È docente di latino, greco e lettere nei collegi della Compagnia di Gesù per diversi decenni: in quello di Strada, presso Arezzo, nel Collegio dei Nobili di Mondragone a Frascati, nell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma. Muore a Roma nel 1950.
P. Teilhard de Chardin SJ
Teologo, antropologo e geologo, p. Pierre Teilhard de Chardin (Orcines, 1881 – New York, 1955) ha sempre cercato di integrare ricerca scientifica e fede. Il suo concetto di noosfera (coscienza collettiva nata dalle connessioni sociali umane e in evoluzione verso Dio) può essere anche considerato precursore della Rete. L’appoggio a tesi evoluzioniste gli costò l’insegnamento, ma aprì a scoperte antropologiche in Cina. Il suo pensiero, la cui Summa è raccolta ne “Il Fenomeno Umano”, ha influito sul Concilio Vaticano II e sulla Gaudium et Spes.
B. Rupert Mayer SJ
Cappellano militare, p. Rupert Mayer (Stuttgart, 1883 – Monaco 1945), già negli anni Venti si accorge della pericolosità del movimento nazista e predica la sua inconciliabilità col cristianesimo. Arrestato dalla Gestapo e rilasciato, gli viene intimato di non predicare più; rifiuta. Deportato prima a Landsberg, nel 1938, poi a Sachsenhausen in novembre, per non farne un martire, è internato nel monastero di Ettal dove è anche D. Bonhoeffer. Muore poco dopo la fine della guerra, in novembre 1945. Fu beatificato nel 1987 da Giovanni Paolo II.
B. Miguel Agustín Pro SJ
B. Miguel Agustín Pro (Guadalupe 1891 – Città del Messico 1927), vive nel periodo della persecuzione della Chiesa messicana da parte dello Stato. Deve lasciare il paese, novizio, nel 1914; vi torna per un solo anno nel 1926. Nella capitale opera come sacerdote instancabile, e sostiene comunità, ragazze madri, prostitute; desidera quasi il martirio, ma sa di essere necessario come sacerdote. Ingiustamente accusato, con i fratelli, di un attentato, muore innocente, fucilato il 23 novembre 1927. Dichiarato martire nel 1986, è beatificato da Giovanni Paolo II il 25 settembre 1988.
Fr. Mario Venzo SJ
Fratel Mario Venzo (Rossano Veneto 1900 – Gallarate 1989) studia Belle Arti a Venezia e poi, tra il 1925 e il 1940, a Parigi, dove sono Picasso, Dalì, Modigliani, Tozzi e De Pisis, alcuni dei quali potè incontrare. Artista bohemien per alcuni anni nel quartiere di Montparnasse, visse un cammino di conversione profonda ed entrò nella Compagnia nel 1941, come fratello coadiutore, decidendo di lasciare la pittura. Seguì una crisi profonda, risolta solo dalla ripresa della pittura, che sarà arricchita dalla spiritualità ignaziana e da colori vivi, per la natura.
S. Alberto Hurtado SJ
Uomo spirituale, dedito ai giovani, al sociale e scrittore. Alberto Hurtado (Vina del Mar 1901- Santiago del Cile 1952) si forma a Lovanio in psicologia e pedagogia; dal 1936, si dedica ai giovani nel collegio di Santiago; insegna pedagogia all’Università Cattolica; dà Esercizi ed erige una casa per questo; con le sue analisi della società e opere, scuote la coscienza dei cattolici cileni. Apre una casa per i senza tetto e la loro promozione. Vicino agli operai, fonda un sindacato. Beatificato nel 1994, fu canonizzato da Benedetto XVI nel 2005.
Padre Raffaele de Ghantuz Cubbe SJ
Il 14 dicembre 2010 l’onorificenza più alta assegnata a un non ebreo, quella di “Giusto fra le nazioni”, è stata conferita alla memoria di p. Raffaele de Ghantuz Cubbe SJ (Orciano Pisano 1904 – Roma 1983), che, durante la guerra, insieme con p. Renieri, p. Marsecano, p. Parisi, p. Floridi, p. Benassi e p. Zaccari, nascose, sotto falso nome, tre bimbi ebrei (Marco Pavoncello, Mario e Graziano Sonnino), presso il Collegio di Mondragone a Frascati, dove era rettore, a rischio della sua stessa vita e senza tentativi di conversione alla fede cattolica.
P. Pedro Arrupe SJ
Pedro Arrupe, basco, (Bilbao 1907 – Roma 1991), inizia studi di medicina a Madrid, che lascia per entrare in noviziato nel 1927. Maestro dei novizi a Hiroshima il 6 agosto 1945, quando è sganciata la bomba atomica, trasforma il noviziato in ospedale da campo. Superiore Generale nel 1965, accompagna nel dopo-Concilio la Compagnia, che si reinterpreta a servizio della fede e della giustizia. Con lui nasce il Servizio dei gesuiti per i Rifugiati. Colpito da un ictus nel 1981 e sostituito, dopo una lunga offerta per la Compagnia, muore nel 1991.
P. Roberto Busa SJ
P. Roberto Busa (Vicenza 1913 – Gallarate 2011), entrato in Compagnia nel 1933, docente di Filosofia Scolastica all’Aloisianum di Gallarate e poi di Linguistica ed Ermeneutica computazionale all’Università Cattolica di Milano e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, pioniere dell’uso dell’informatica nella linguistica, a lui si deve, in collaborazione con l’IBM, l’Index Thomisticus, in 56 volumi nell’edizione a stampa del 1980 e disponibile in cd-rom dal 1992, punto di riferimento nella linguistica computazionale, per il modello metodologico adottato.
Card. Carlo Maria Martini SJ
Carlo Maria Martini (Torino 1927 – Gallarate 2012) fin da ragazzo ebbe una grande passione per le Scritture. In Compagnia, approfondì gli studi biblici fino a diventare esperto internazionale di critica testuale. Nominato Arcivescovo di Milano nel 1979 da Giovanni Paolo II, fondò il suo episcopato sulla Parola, invitando a riscoprire “La dimensione contemplativa della vita”, inventando “La scuola della Parola”, dialogando con i non credenti, mediando con saggezza tra le parti della società civile durante i 23 anni del suo mandato.
P. Ignacio Ellacuría SJ e i compagni martiri
A San Salvador, la notte del 16 novembre 1989, i sei religiosi Ignacio Ellacuria, Segundo Montes, Ignacio Martìn Barò, Amando Lopez, Juan Ramòn Moreno e Joaquin Lopez vengono uccisi da militari, nella casa dei gesuiti dell’Università Centroamericana. Con loro vengono uccise anche due donne del servizio. Nel paese lacerato da tensioni e violenze tra latifondisti e braccianti, avevano formato studenti e mediato tra guerriglia e governo, contrari alla violenza e solidali con i più poveri del loro popolo salvadoregno.
Nasce Radio Vaticana affidata ai gesuiti
Nel 1929 il papa Pio XI incarica Guglielmo Marconi di costruire una stazione radio all’interno del nuovo Stato Vaticano e chiama P. Giuseppe Gianfranceschi SJ, fisico e matematico, come direttore (su suggerimento dello stesso Marconi). A lui succedono come direttori generali P. Filippo Soccorsi SJ (1934-1953), P. Antonio Stefanizzi SJ (1953-1967), P. Giacomo Martegani SJ (1967-1973), P. Roberto Tucci SJ (1973-1985), P. Pasquale Borgomeo SJ(1985-2009), P. Federico Lombardi SJ.
Nasce la rivista “Aggiornamenti Sociali”
Nasce per diffondere l’insegnamento sociale della Chiesa e favorire la crescita di una autentica democrazia nel Paese, uscito dal fascismo e dalla guerra, secondo la Costituzione repubblicana. Preparata dal Centro studi sociali dei gesuiti di Milano, si rivolge a sacerdoti e a laici impegnati in campo sociale, per aggiornarli mensilmente, offrendo quanto di meglio apparso sulla stampa, con inquadramenti, valutazioni, precisazioni e rilievi.
La Compagnia del dopoconcilio: servizio alla fede, povertà e giustizia
L’”aggiornamento” richiesto dal Concilio a tutte le Congregazioni, portò la Compagnia a rivisitare gli scritti di Ignazio, le Costituzioni in particolare, ad apertura maggiore sulle società, e alla Congregazione Generale XXXII. Dei 16 decreti, il quarto, testo ancora di riferimento, espresse il legame tra servizio della fede e promozione della giustizia ed il contesto per l’operare della Compagnia , il dodicesimo riformulò i modi di vivere la povertà evangelica, intesa non più come questua, ma come servizio.
Storia di un pellegrino
A 30 anni Ignazio è un cavaliere della Corte Reale di Spagna. Nella primavera del 1521 una ferita in battaglia cambia tutto.
Archivio Storico
L’Archivio di Provincia, interamente ristrutturato nel 2019, conserva i fondi di cinque ex-Province del territorio italiano e custodisce la memoria storica delle comunità e opere della Compagnia in Italia.
Visita il sito dell’ArchivioÈ ancora possibile immaginare la pace nonostante i diversi scenari di guerra? A rispondere sono stati, nel corso di un incontro moderato da Anna Staropoli, lo scorso 11 novembre all’Istituto… Continua a leggere
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