Padre Janin: l’Europa, i muri e l’annuncio della Pasqua
Al cuore del messaggio pasquale, scrive il presidente della Conferenza dei provinciali europei, “la riconciliazione delle nazioni divise e la proclamazione della buona novella della pace”.
Cristo Gesù è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
per riconciliare tutti con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce (Ef 2: 13-17)
Nella sua lettera agli Efesini, San Paolo esprime ciò che sta al centro, al cuore, della morte e della risurrezione di Cristo: la riconciliazione delle nazioni divise e la proclamazione della buona novella della pace, quando i muri dell’ostilità vengono abbattuti.
La strada verso la riconciliazione sembra comunque lunga. Il Cardinale Marx, il cui mandato di Presidenza della COMECE è appena terminato, ricorda la sua gioia quando l’Unione europea si è aperta alla dimensione di una vera Europa, che si estende da est a ovest. Alla fine del suo mandato, ha scritto: “Notiamo un’evidente disillusione: nelle diverse regioni d’Europa, società e politici mantengono un occhio critico l’uno verso l’altro”.
La contemplazione di Gesù attraverso il mistero pasquale, può solo far rinascere in noi il desiderio di impegnare tutti i nostri sforzi nella riconciliazione a cui Lui si è donato fino alla fine. Una riconciliazione che, come sottolinea l’ultima Congregazione Generale, è inseparabile dal nostro dovere di rendere giustizia a coloro che sono poveri ed esclusi, a coloro che hanno un posto privilegiato al tavolo del Regno.
In un recente articolo, Martin Maier ha definito l’Europa “un progetto di riconciliazione, giustizia e pace”, eppure in tutto il continente i muri sono stati insidiosamente ricostruiti nei cuori e nelle menti delle persone. Assistiamo a questo nei rapporti internazionali, sociali, economici e religiosi, e, forse, anche dentro di noi. Come ama dire papa Francesco, la nostra unica preoccupazione dovrebbe essere quella di costruire ponti.
Per noi europei, pensare e lavorare per l’Europa, vale a dire pensare e lavorare per il bene comune, la solidarietà, l’ospitalità, è solo un passo in quella direzione. Dobbiamo chiedere la grazia di una mente e di un cuore aperti e generosi abbastanza da abbracciare il mondo e il messaggio universale del mistero pasquale. Questo è ciò che sant’Ignazio desiderava per la Compagnia di Gesù.
Possa la grande gioia di Cristo risorto, che viene a consolare e riunire i suoi dispersi amici e mandarli nel mondo per diffondere il Vangelo della riconciliazione, dimorare in ognuno di noi.
Franck Janin SJ
Presidente della Conferenza dei Provinciali europei