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Palermo, “La luce dei Martiri” al Gesù di Casa Professa

A Proteggere la città di Palermo,  oltre a Santa Rosalia, ci sono anche Paolo Miki, Giovanni Soan di Goto, Giacomo Kisai, tre padri gesuiti martiri giapponesi a cui è dedicata una cappella laterale dei Santissimi Confessori con una pala d’altare dentro la chiesa barocca del Gesù a Casa Professa. A celebrare la memoria storica di questi protomartiri, lo scorso 3 dicembre, è stata la conferenza spettacolo “La Luce dei Martiri” avvenuta nello splendido raffinato scenario barocco della chiesa di Casa Professa, organizzata dalla comunità dei gesuiti del Gonzaga Campus e di Casa Professa.

I tre protomartiri patroni

“La luce dei martiri”, curata dal prof. Giovanni Isgrò, docente di storia del teatro e dello spettacolo, storico ed esperto di drammaturgia sacra gesuitica, è stato realizzato dagli attori dell’associazione culturale B-LATERALE, una giovane compagnia teatrale formata da attori diplomati all’Accademia del Dramma Antico di Siracusa, operanti nel campo della drammaturgia contemporanea.

L’evento artistico e culturale, fa parte delle celebrazioni in tutto il mondo dell’Anno Ignaziano, in occasione del quattrocentesimo anniversario della canonizzazione dei santi Ignazio di Loyola e Francesco Saverio e il cinquecentesimo della conversione di Sant’Ignazio. In questo quadro di festeggiamenti nella chiesa del Gesù di Casa Professa è stata allestita anche una mostra. 

“In particolare, l’evento culturale si inserisce in un contesto di performance dove si racconta l’avventura gesuitica in Giappone che inizia proprio con i tre protomartiri giapponesi – afferma il prof. Giovanni Isgrò – che vennero uccisi insieme ad altri 23 cristiani con il martirio della croce. ‘La luce dei martiri’ è una strada una via che indica il valore della fede. Noi cerchiamo di mettere in evidenza, con pochi segmenti pre-teatrali, quale è stato il significato di questo martirio. Lo spettacolo viene reso con lo stile della drammaturgia gesuitica che non tutti conoscono. Oggi la spina dorsale delle dinamiche drammaturgiche dell’età moderna è proprio ritrovabile nel teatro gesuitico. Allo spettacolo parteciperanno quattro giovani attori dell’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) di Siracusa e altri figuranti”.   

Il teatro gesuitico

Lo spettacolo, introdotto da p. Gianni Notari, è iniziato con il canto soave del Salve Regina di una cantante lirica giapponese. Il prof, Isgrò, facendoci fare un affascinate tuffo nel passato,  prima della performance narrativa,  ha raccontato con dovizia di particolari, i diversi eventi storici che precedettero la loro morte e che portarono poi il Senato siciliano a nominarli compatroni. Coinvolgente è stata pure la rappresentazione di p. Daniello Bartoli, un padre gesuita che descrisse in maniera pressoché monumentale l’opera di diffusione della fede cattolica in grandi Paesi del mondo come l’Asia; questa storia resa, in otto libri, fa parte di un corpus ben più ampio, noto come Istoria della Compagnia di Gesù: il Giappone in cinque libri, la Cina in quattro, l’Inghilterra in sei e l’Italia in quattro.

In pochi quadri scenici particolarmente intensi e suggestivi, i protagonisti hanno rievocato magistralmente il dramma della morte dei tre padri gesuiti morti con la crocifissione e trafitti da due colpi di lancia. Imponente è stato l’ingresso del senato palermitano che, dopo essere rimasto molto impressionato dalla loro morte, convoca la Compagnia di Gesù, per comunicare che avrebbero nominato i tre padri gesuiti compatroni della città di Palermo. Infine, un lunghissimo elegante drappo dorato rende  gloria ai tre martiri, facendo trasparire come dalla morte si rievoca la vita nella gloria eterna della Chiesa che viene tramandata dalla testimonianza di queste importanti figure storiche.  

Paolo Miki, Giovanni Soan, Giacomo Kisai furono uccisi nel 1597 a Nagasaki col supplizio della crocifissione. Da quel momento in poi iniziarono le persecuzioni perpetrate contro i cristiani che, dopo una breve pausa, ripresero nel 1614 per concludersi nel 1639 con la cacciata di tutti i religiosi e la chiusura per circa due secoli, delle relazioni del Giappone con il mondo occidentale.

Un ritorno alle radici

Quando la notizia di questo efferato martirio giunse presso la Compagnia di Gesù di Palermo, profondo dolore afflisse i religiosi della città, come pure grande fu l’impressione suscitata nel Vicerè e nella Civica Amministrazione. Fu così che, dopo la canonizzazione dei Santi Ignazio di Loyola e di Francesco Saverio e dopo il miracolo dello scampato pericolo della peste a Palermo nel 1625, celebrato con la prima grande festa in onore di Santa Rosalia, il Senato di Palermo, memore del sacrificio dei tre gesuiti giapponesi, decise di proclamare i tre protomartiri compatroni della città insieme a S. Rosalia, Sant’Agata, Santa Ninfa e Santa Cristina.

“E’ bello, per noi, in questo modo, riagganciarci profondamente alle nostre radici – ha detto p. Gianni Notari gesuita, presidente del CdA del Gonzaga Campus -. Noi gesuiti oggi viviamo il presente proprio grazie all’impegno e alla testimonianza di tutti coloro che ci hanno preceduto. Pertanto, abbiamo voluto offrire alla città una testimonianza pubblica dell’azione dei gesuiti a partire da queste testimonianze che danno luce al nostro impegno di oggi. L’intenzione è stata, quindi, quella di narrare una storia dalla quale è stato generato il nostro presente. Come Compagnia di Gesù, nell’arco di tempo che va dal 2019 al 2029, abbiamo individuato quattro preferenze apostoliche: la prima è quella di indicare il cammino verso Dio mediante gli esercizi spirituali e del discernimento; la seconda è quella di camminare insieme ai poveri, agli esclusi del mondo, ai feriti nella propria dignità nel segno della riconciliazione e della giustizia; la terza è quella di accompagnare i giovani verso un futuro di speranza; la quarta infine è quella di collaborare nella cura della casa comune. Il ricordo di questi nostri tre fratelli martiri si inserisce proprio in questo percorso”.

Serena Termini

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