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P. Sosa al Collegio Meshkalla. La memoria dei gesuiti martiri

La giornata è iniziata con la visita al rettore del seminario dom Mark Shtjefni, che ha raccontato il servizio prezioso svolto dalla Compagnia e la formazione di cui lui stesso ha usufruito. Quindi l’accoglienza al Collegio Pjetër Meshkalla di Scutari, 400 alunni, con la direttrice suor Valentina Ndreca e una rappresentanza dei docenti. Una delegazione degli alunni ha quindi accompagnato il Padre Generale, l’Assistente e il Padre Provinciale a visitare gli ambienti: le classi, i laboratori, la cappella. “La nostra scuola è bella, spaziosa, piena di luce” sottolinea p. Zef Bisha SJ, Superiore. 

Tra passato e futuro

“Tante scritte raccontano la storia del passato per guardare al futuro. Proprio in questo luogo, esattamente nell’attuale cappella c’era un tempo la missione volante. I padri vivevano, lavoravano, studiavano qui e si dedicavano all’apostolato itinerante, soprattutto nei villaggi per poi tornare qui”.

A seguire, l’incontro con il consiglio direttivo della scuola. “È stata evidenziata la realtà dell’Istituto: come arrivano gli alunni, dove stiamo andando, i punti di forza e quelli su cui lavorare, la pastorale” spiega p. Bisha. “È una scuola fortemente inclusiva che vuole preparare cittadini del mondo. Ma molti emigrano. Siamo di fronte a grandi sfide: come raggiungere le persone a livello pastorale, umano, come accompagnarle attraverso gli Esercizi, insegnanti compresi, quale collaborazione con altre realtà? È stato un momento per consegnare al Padre Generale una maggior conoscenza del nostro Paese”. L’invito quindi di Padre Sosa: riscoprire uno stile sinodale e la collaborazione con i laici, guardando al futuro dell’istituzione scolastica, che chiama ad investire sempre di più sulla loro formazione. 

Un tempo di cambiamenti

L’incontro con il MEG e la comunità educante, amici e collaboratori. “Siamo di fronte a cambiamenti importanti” ha sottolineato p. Sosa. “Due i principali: la possibilità di vivere pacificamente la pluralità religiosa e, per la chiesa cattolica, quanto proposto dal Concilio Vaticano II, diventare una chiesa laicale, popolo di Dio, fondata sul battesimo. Papa Francesco va in questa direzione, sia all’interno della Chiesa che nel dialogo con le altre religioni. Siamo appena all’inizio”.  Nel dialogo con i presenti ancora il richiamo alla giustizia e all’ecologia integrale. “Dobbiamo concentrarci più sull’umanità che sui contenuti. Invece della legge puntare sull’amore, la riconciliazione. Solo allora avremo un mondo giusto”. In merito ai fenomeni migratori: “Bisogna evitare le fughe dai Paesi, fattore complesso. Le cose non cambiano da un giorno all’altro. Ma la propria coscienza può cambiare e le scuole dei gesuiti possono contribuire. Parto ma per tornare”.

La memoria dei gesuiti martiri

Nel pomeriggio la visita alla prigione in cui sono stati incarcerati, con tanti altri, anche i martiri gesuiti durante il regime comunista. Daniel Dajani – ultimo rettore del Collegio e del Seminario – e Gjon Fausti, fucilati nel 1946, e fratel Gjon Pantalija, morto nel 1947. Un momento di preghiera davanti alla cella in cui sono stati imprigionati e torturati. Poi al cimitero, all’albero in cui sono stati legati e uccisi. “Un momento intenso e profondo” sottolinea p. Bisha. Quindi l’incontro fraterno con il Vescovo Mons. Angelo Massafra e la partenza per Tirana.

Il Collegio “Atë Pjetër Meshkalla”

Il Collegio forma 400 alunni, distribuiti su tre anni di studi e cinque sezioni. Vi lavorano 30 docenti, un personale tecnico e amministrativo di 15 persone e due gesuiti.

La proposta educativa mira ad integrare alunni di condizioni sociali ed economiche differenti, appartenenti a diverse tradizioni culturali e religiose. Gli alunni imparano a rispettarsi e a collaborare, superando gli stereotipi che a volte circolano nel loro ambiente sociale.

La scuola, insieme agli altri collegi della Fondazione Gesuiti Educazione, e, in generale, alle altre scuole della rete Jesuit Global, persegue l’obiettivo di formare delle persone complete: competenti, consapevoli, compassionevoli e impegnate. Per questo, adotta dei programmi di formazione del personale, cura la dimensione pastorale e spirituale dell’educazione, insieme a quella didattica e favorisce lo scambio di esperienze. La comunità educativa della scuola si pone in un atteggiamento di ascolto delle iniziative, delle richieste, delle critiche espresse dagli alunni, e li incoraggia ad assumersi le loro responsabilità nei confronti dei coetanei.

Vuole custodire e sviluppare un ambiente educativo sicuro, attraverso l’adozione di politiche di tutela e la collaborazione attiva di docenti, personale, alunni, e famiglie, insieme al referente per la protezione dei minori.  

Dal 2022 è diretta da suor Valentina Ndreca.

Storia dei Collegi San Francesco Saverio e Ate Pjeter Meshkalla

I gesuiti hanno aperto il Collegio Saveriano, nel 1877, su richiesta di numerose famiglie di Scutari, una scuola commerciale dove hanno studiato alunni provenienti da diverse regioni dei Balcani, non solo cattolici, ma anche di religione musulmana e ortodossa. La lingua usata per l’insegnamento era l’italiano, ma si insegnava anche l’albanese. 

Insegnanti ed educatori sono stati sia gesuiti che laici, impegnati spesso anche in ricerche scientifiche. 

Nel Collegio Saveriano hanno ricevuto i loro primi insegnamenti poeti, compositori, patrioti, professori, scrittori che hanno formato l’identità culturale del paese e molti sacerdoti, insegnanti e impiegati della pubblica amministrazione, intellettuali e ufficiali, diplomatici e politici e uomini d’affari.

Due anni dopo l’apertura, per la prima volta in Albania, è stata interpretata dagli alunni un’opera teatrale. Per i gesuiti il teatro ha particolare importanza per l’educazione dei giovani, ma anche per l’animazione della vita artistica e culturale della città. 

Qui hanno iniziato la loro attività anche la banda musicale, lo studio delle arti figurative, la cinematografia e la squadra di calcio. Una novità scientifica è stato l’Osservatorio Meteorologico. Tra le altre istituzioni culturali e scientifiche nate dal Collegio anche il Museo Botanico, il Museo numismatico, l’Osservatorio astronomico e i Laboratori di fisica e di chimica, unici a quel tempo in Albania. La Biblioteca dei gesuiti è arrivata a dotarsi  di circa 10.000 volumi.

Il Collegio Saveriano è stato chiuso dal regime comunista nel 1946. Nel 1994, in continuità con il Collegio Saveriano, i gesuiti aprono la Scuola Media Superiore Padre Pjetër Meshkalla”, dedicandola ad un indimenticato gesuita scutarino che, per il coraggioso confrontarsi con il regime, è divenuto  simbolo di fede, di cultura e di libertà. La scuola inizialmente era il Liceo del Seminario Minore e nel 1998 viene aperta a tutti. Gli alunni in pochi anni diventano 400, senza nessuna distinzione di religione o di provenienza. 

Per circa 16 anni è stata diretta da p. Gaetano Brambillasca, che ha posto le basi dell’identità della scuola. Il personale ha partecipato a incontri periodici di formazione ignaziana, in rete con gli altri collegi della Provincia, ha imparato a comprendersi e a lavorare come comunità educante. Negli anni duemila i gesuiti hanno avviato la costruzione di un nuovo edificio scolastico, al posto di quello grigio e ormai cadente, costruito dallo stato durante il regime. La nuova struttura è stata inaugurata nel 2012 da P. Lello Lanzilli, appena scomparso, primo rettore della nuova scuola, che in quegli anni ha raggiunto il massimo sviluppo, con circa 600 alunni.

La decisione dello Stato di ridurre da quattro a tre gli anni della scuola media superiore e il calo demografico dovuto anche alla continua emigrazione hanno posto, però, una grande sfida per la sostenibilità della scuola. 

Nel 2014 la direzione passa a p. Ronny Alessio. Con la costituzione della Fondazione Gesuiti Educazione, si avvia una nuova forma organizzativa, con la distinzione tra un livello operativo, affidato al direttore generale, coadiuvato da un consiglio di direzione, e un livello strategico, affidato a un consiglio di amministrazione. Insieme agli altri collegi della FGE, la scuola inizia a preparare un piano strategico, con obiettivi e strumenti di attuazione per i successivi cinque anni.

Gli anni della direzione di p. Giangiacomo Ghiglia, dal 2018 al 2022, sono segnati dalla pandemia. La scuola adotta prontamente delle misure efficaci per proteggere la salute di chi la frequenta e per garantire la continuità educativa. 

Nel 2022 avviene il passaggio ad una direttrice religiosa, suor Valentina Ndreca, che ha dovuto affrontare non poche sfide interne ed esterne. La scuola sta facendo tesoro delle indicazioni date nella visita di accompagnamento della FGE, nell’aprile del 2022, per definire meglio i vari ruoli. Rimane, invece, una anomalia della scuola, quella di non avere, ormai da molti anni, un insegnamento della cultura religiosa, e neanche di ore formalmente dedicate all’etica. La direzione ha il desiderio di trovare delle vie legali per superare questo handicap, perché il collegio sia pienamente una scuola del dialogo.

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