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Gesuiti News .La povertà dei gesuiti
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.La povertà dei gesuiti

Ignazio, quando parla di povertà, invita i gesuiti a considerarla come una “madre” e ad amarla come tale. Ovvero, significa riconoscere che è capace di generare un vita nuova. Ecco come i gesuiti intendono la povertà:

POVERTÀ ATTIVA – Il Principio e Fondamento degli Esercizi Spirituali di Ignazio (EESS23) invita l’uomo a servirsi delle cose create “tanto quanto” queste lo aiutano a servire e lodare Dio e a sbarazzarsi di tutto ciò che invece non aiuta. La povertà non è dunque un valore in sè, bensì un esercizio continuo di discernimento che aiuta le persone a liberarsi dai legami disordinati che impediscono di essere felici. E’ sobrietà.

POVERTÀ APOSTOLICA – Dio è l’unico Signore della vita che vale la pena servire. Per questo i gesuiti vivono la povertà come forma di servizio evangelico. Essere solidali con i poveri per loro significa entrare nella situazione di povertà per comprendere alla radice come favorire processi di riscatto e di rigenerazione. Il Centro Astalli e San Marcellino sono esempi del JesuitSocialNetwork che operano sul territorio italiano adottando questa logica.

POVERTÀ PROFETICA –  La povertà aiuta a non rinchiudersi nell’autosufficienza, a ricordare che, in quanto essere umani, non siamo noi a dare senso alle cose, bensì lo riceviamo dal nostro Creatore. I gesuiti vivono in questo atteggiamento di ricerca continua, cercando di essere aperti e  accoglienti verso le novità che incontrano sul loro cammino.

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