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Gesuiti News Ricostituzione. Padre Mauro: “Nuove strade, tra realismo e speranza”
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Ricostituzione. Padre Mauro: “Nuove strade, tra realismo e speranza”

La riflessione sulla tema della vita religiosa, in occasione dell’anniversario della Ricostituzione, e a partire dalla domande rivolte da papa Francesco ai religiosi durante l’incontro con l’Unione dei Superiori Generali, continua con l’intervista a Padre Pasquale Mauro, della comunità di Cuneo. Padre Mauro ha lavorato, tra l’altro, in un istituto scolastico dei gesuiti con una missione ad intra, di formazione dei ragazzi, e anche in una comunità di gesuiti anziani e malati, la cui missione è in primo luogo la preghiera e la testimonianza con la vita spirituale e il lavoro nella Chiesa.

Come tenere insieme gli impegni della missione e quelli della vita comunitaria?
“A livello teorico la comunità dovrebbe essere protesa verso la missione comunitaria e/o delle persone componenti, ma in pratica dipende dalla caratteristiche della comunità : però i membri di essa, soprattutto se limitati di numero, dovrebbero condividere la stessa missione.
Faccio qualche esempio pratico constatato personalmente. In positivo: lavoro culturale e/o sociale; casa di esercizi spirituali; istituzione scolastica; chiesa….
Problematico: una piccola comunità vicina a un istituto scolastico o a una parrocchia, quando di essa pochi vi lavorano, mentre altri (per destinazione o necessità) … risiedono soltanto, non collaborano direttamente a un progetto principale. Del resto non serve neppure tenere insieme per forza le due realtà di missione e comunità concreta….
Attività importanti ma assegnate o create ad personam: distacco dai pochi missionari ancora esistenti, con rapporti limitati quasi alla raccolta di fondi.

Come lottare contro la tendenza all’individualismo?
Il “difetto” dell’individualismo – segue dichiarazione che fa arricciare il naso a superiori e formatori – è stata anche una risorsa in momenti difficili segnati dalla scarsità di persone e dalla confusione di idee e progetti, e anche uno stimolo ad aprirsi e cercare di collaborare con i laici ecc. Tuttavia essendo un difetto va combattuto”.

Come comportarsi con i fratelli in difficoltà o che vivono o creano conflitti? Come coniugare giusta risposta e misericordia davanti a casi difficili?
“Ci sia un dialogo vero e non di ufficio da parte del superiore; si eviti di dare destinazioni poco chiare, di mandare persone in difficoltà in comunità troppo piccole o con missione già ben definita; bisogna ascoltare, tollerare e accettare per quanto possibile, perché il “caso difficile” e il conflitto fan parte della vita, capitano nelle famiglie, fra amici o nel lavoro…”.

Come annunciare Cristo ai giovani, a una generazione che cambia?
“Mi pare un limite se non un errore pensare ai giovani a sé stanti, fra l’altro quando si pensa di aver trovato una qualche risposta essi non lo sono più, i nuovi giovani richiederebbero forse già altre soluzioni… Non è la generazione che cambia, ma l’essere umano. Come religiosi, noi (già) vecchi siamo molto condizionati dai (per poco) giovani. E meno male, tuttavia.
La testimonianza personale, oltre che comunitaria, è spesso quella che conta nell’immediato.
E poi bisogna inserirsi nella Chiesa di oggi, nelle sue scelte globali (Sinodi, encicliche…) . E’ inutile cercare di andare per la propria strada assolutizzando il carisma”.

Che cosa le suggerisce l’anniversario della Ricostituzione della Compagnia?
“Primo: conosciamo poco la storia, quindi è un incentivo a tornare alle origini (almeno quelle di fine Settecento e Primo Ottocento). La soppressione e la ricostituzione, termine di oggi ma per quei tempi poteva andare bene restaurazione, furono decisioni molto umane e autoritarie. Oggi come ricostituirla di bel nuovo? Siamo consapevoli che è opera innanzitutto dello Spirito, e viene dal basso, non come decisione di autorità, papi e generali. Ma qui sta il difficile… un qualche ritorno alle origini lo si può fare sempre con serietà e frutto; ma soltanto o soprattutto lo Spirito ci guiderà in questo cammino sia a ritroso e sia oggi e nel prossimo futuro.
Umiltà, virtù indispensabile: guardando al passato e quindi al poco che siamo di fronte alla Storia; e quindi ci vuole grande fiducia in Dio il grande e solo Ricostituente.
Il papa Francesco (gesuita) sta indicando la nuova strada alla chiesa e a noi gesuiti (senza trionfalismi alla rovescia, cioè l’illusione di immediati e subito fruttuosi cambiamenti, ma con realismo e speranza)”.

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