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Roma. Astalli: i rifugiati si raccontano al presidente Mattarella

Lunedì 20 Giugno alle ore 10 il Presidente della Repubblica ha celebrato insieme ai rifugiati del Centro Astalli la Giornata mondiale del Rifugiato.

In occasione dei 35 anni di attività della sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia il Presidente della Repubblica si è recato in visita al  centro di accoglienza San Saba, dove il Centro Astalli ospita 30 uomini in convenzione con il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR).

Ad attenderlo c’erano circa 200 rifugiati assistiti nei diversi servizi del Centro Astalli che, accompagnati dagli operatori, hanno atteso l’arrivo del Presidente e preso parte all’evento. Il Centro San Saba è il primo centro di accoglienza aperto a Roma dal Centro Astalli. Pochi anni dopo l’apertura della mensa di via degli Astalli, nel 1989 si è iniziato proprio da qui a dare ospitalità ai primi rifugiati durante un inverno particolarmente rigido.

Dopo una visita ai locali del Centro, P. Camillo Ripamonti ha presentato al Presidente una famiglia del Burkina Faso, un giovane rifugiato somalo e una giovane donna afghana che gli hanno consegnato due pubblicazioni che il Centro Astalli ha voluto donare per ringraziarlo della sua visita: una raccolta di testimonianze di rifugiati accolti dai vari servizi dell’Associazione e una raccolta di racconti scritti da studenti italiani di scuole superiori di diverse città italiane che hanno avuto modo di incontrare e conoscere i rifugiati nell’ambito delle attività didattiche del Centro Astalli.

La giornata si è conclusa nel cortile esterno della struttura quando dopo il saluto di P. Camillo Ripamonti, Il Capo dello Stato ha ascoltato tre testimonianze di rifugiati. Si tratta di Felix del Burkina FasoParvin dell’Afghanistan e Aweis, rifugiato somalo, arrivato in Italia dopo aver subito le minacce di Al Shabaab e  dopo aver affrontato un lungo viaggio di cui ancora oggi ha un ricordo indelebile e doloroso.

“Di fronte al fenomeno migratorio vi sono due scelte: una è far finta che non esista, illudendosi che per fermarlo basti qualche barriera ai confini tra gli Stati, senza rendersi conto che è un fenomeno epocale. L’altra è affrontarlo e governarlo con senso di responsabilità, con politiche serie e concrete che garantiscano sicurezza. Occorre una scelta e la scelta che abbiamo fatto sempre è la seconda. Occorre che la faccia anche l’Europa” ha commentato il Presidente della Repubblica nel suo intervento di saluto davanti ai rifugiati presenti.
I rifugiati arricchiscono il nostro Paese: l’Italia soffre di un tasso di demografia basso e l’arrivo di giovani di talento e capacità, se ben governato, la arricchisce” ha detto il Presidente della Repubblica prendendo la parola dopo la testimonianza dei rifugiati: “Poco fa abbiamo ascoltato tre storie di rifugiati, siamo tutti rimasti estremamente coinvolti – ha proseguito il Capo dello Stato -. È l’ennesima dimostrazione che nessuno lascerebbe il proprio Paese se potesse vivere in pace”.
L’Onu e il Centro Astalli, ha osservato il Capo dello Stato, si trovano a un crocevia: da un lato ci sono i rifugiati, che fuggono da guerre, persecuzioni e miserie. Dall’altro i Paesi di approdo, che vivono in pace e libertà, con benessere a volte mal distribuito, ma certamente in condizioni migliori dei Paesi da cui i rifugiati fuggono. Dovrebbe essere un incontro semplice, ma non sempre è così. A volte ci sono reazioni diverse nei Paesi d’arrivo, provocate da paura e tentativi di chiusura, che sfociano a volte nell’indifferenza. In questo quadro – ha concluso Mattarella – vi è un’esigenza di politiche serie e lungimiranti”.


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