Roma. Benedetta al Gesù l’Arca delle reliquie dei santi e beati della Compagnia
Domenica 31 luglio, nella chiesa del Gesù a Roma il provinciale p. Gianfranco Matarazzo ha benedetto l’Arca della Compagnia celeste, contenente alcune reliquie di santi e beati gesuiti. L’opera, realizzata in occasione dell’ormai imminente congregazione generale che inizierà il prossimo 2 ottobre, è stata realizzata in bronzo con con parti a tutto tondo e formelle eseguite a stiacciato e graffito dell’artista Ernesto Lamagna, scultore italiano di fama internazionale.
Nel corso della sua storia la Compagnia di Gesù ha dato alla Chiesa molti santi e beati, tra i quali non pochi sono i martiri. La chiesa del Gesù, essendo la chiesa madre dell’ordine, conserva nella sua sagrestia un numero importate di reliquie, molte delle quali custodite in semplici teche. L’idea di realizzare un unico contenitore per le reliquie è venuta a p. Daniele Libanori, attuale rettore della Chiesa: “Allo scopo di esporle degnamente al culto dei fedeli, ma soprattutto per sottolineare l’unità del corpo della Compagnia, abbiamo pensato di riunirle in una unica Arca, che è stato possibile realizzare grazie all’opera generosa del M° Ernesto Lamagna”.
L’Arca misura cm 110,00 in larghezza, cm 55,00 in lunghezza e cm 55,00 in altezza, alla quale si aggiunge un coperchio a capanna a quattro falde alto cm 18,00. L’Arca poggia su quattro piedi in forma di animali rappresentati il male, con lo scopo di schiacciarlo: la tartaruga, simbolo della pigrizia, rospo, simbolo della bruttezza del male, rettile, simbolo della tentazione e riccio, simbolo della chiusura egoistica.
Sui fronti maggiori l’urna reca sei formelle (tre per ciascun lato) in bassorilievo raffiguranti alcune scene della vita di s. Ignazio e i principali ministeri della Compagnia. Sui lati minori, altre due formelle riportano la Formula dei voti e la preghiera «Sume et suscipe».
Sul coperchio a capanna, la falda maggiore reca il sole (stemma) della Compagnia, originariamente ispirato al girasole. Ad esso va uno sciame di api per suggere il nettare che poi diventerà il miele della consolazione: è il simbolo della laboriosità apostolica. La falda maggiore sul lato opposto, retto da un chiodo ricurvo, si trova un ramo con due melograni, uno dei quali aperto, che rappresenta la grazia che si espande con abbondanza. Sulle falde minori, da un lato e dall’altro sono posti rami di ulivo, simbolo della letizia e della pace. Sul culmine del coperchio è posata una colomba, simbolo dello Spirito Santo dal quale sorge ogni santità.