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Roma. Il cammino futuro nei lavori del Consiglio Nazionale MEG

Progettare il futuro partendo da slogan antichi: è su questo binario che si sono mossi i lavori del Consiglio Nazionale del MEG che, nei giorni 2 e 3 di aprile, si è riunito a Roma presso il CeNAG, Centro Nazionale di Apostolato Giovanile, per il secondo incontro di questo anno sociale.
Il sabato mattina, una trentina di ragazzi e ragazze, rappresentanti di quasi tutte le comunità d’Italia – mancavano le comunità del nord-est – assieme al Responsabile Nazionale, P. Loris Piorar SJ e i gesuiti P. Graziano Calci SJ, P. Sergio Cavicchia SJ, P. Ciro Puzzovio SJ, P. Andrea Picciau SJ e Salvatore Tola SJ hanno fatto il punto sul cammino dell’anno. Il pomeriggio del sabato è stato presentato all’assemblea il percorso del prossimo anno sociale, che avrà per tema “Eucaristia: Progetto Uomo”, così come è stato definito dalla Commissione Stampa del marzo scorso. Nel pomeriggio i delegati delle diverse Regioni, lavorando in gruppo, hanno programmato le tre Giornate Regionali dell’anno prossimo che avranno come argomento il recupero di tre storici slogan del Movimento: 1. La simpatia a priori, 2. La responsabilità in solido, 3. Noi siamo gente di festa. I risultati del lavoro dei gruppi sono stati presentati in un momento comune che ha concluso la giornata. Il giorno successivo, oltre alle comunicazioni del Centro Nazionale del MEG alle Regioni, c’è stata la presentazione dell’ inno MEG 2011-12 da parte dell’équipe musicale del Movimento, guidata da P. Andrea Picciau SJ, che si è riunita nello stesso week-end, lavorando parallelamente al Consiglio Nazionale e condividendone tutti i momenti liturgici e di festa. Prima della celebrazione eucaristica che ha concluso la giornata, in mattinata alcuni adulti del MEG romano (Giulia Bergamo, Enrico Squintani e sua moglie Paola Tamburini) hanno raccontato che cosa abbia significato per loro l’avere fatto parte del Movimento nei diversi ambiti della loro vita. Tante le domande e le provocazioni da parte dei ragazzi presenti, per i quali è stato arricchente poter “toccare con mano” il fatto che il MEG ha radici lontane e che c’è qualcuno che ne conserva la storia e la memoria attualizzandole nel quotidiano.

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