Roma. La Chiesa di Francesco e il libro di Spadaro
Un parterre di eccezione il 4 dicembre alla presentazione del volume “La mia porta è sempre aperta” edito da Rizzoli a firma di padre Antonio Spadaro. Il testo – che riprende l’intervista a papa Francesco realizzata dal direttore di La Civiltà Cattolica il 19, il 23 e il 29 agosto 2013, nella casa di Santa Marta, e diffusa il 19 settembre da “La Civiltà Cattolica” e da altre riviste dei gesuiti – propone contenuti inediti, il backstage dell’intervista e un commento che offre il contesto di alcune espressioni “critiche”.
Nella prima fila della sala Pio X, in via della Conciliazione, c’era il Segretario di Stato, monsignor Pietro Parolin, insieme a sei cardinali del “C8″, il gruppo che consiglia il Papa nel governo della Chiesa Universale: Sean Patrick O’Malley, Reinhard Marx, Oswald Gracias, Francisco Javier Errázuriz Ossa e George Pell, insieme al segretario del gruppo, monsignor Antonio Semeraro. Accanto a loro i cardinali Leonardo Sandri e Karl Joseph Becker.
Erano presenti il generale dei gesuiti, padre Adolfo Nicolas, seduto accanto al segretario particolare del Pontefice, monsignor Fabián Pedacchio. Tra le altre personalità presenti il Prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gänswein, il Presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, monsignor Vincenzo Paglia, il Segretario del Sinodo, monsignor Lorenzo Baldisseri, e altre personalità del mondo ecclesiastico e della cultura. Presente anche la “guardia del corpo” del Papa, il dott. Domenico Giani. Erano in sala oltre 20 ambasciatori e 50 giornalisti.
Al tavolo dei relatori, che in mattinata sono stati ricevuti in udienza da papa Francesco, il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, per il quale “con questo Papa è tornata con forza nel vocabolario delle fede una parola trascurata in una società individualista: ‘misericordia’. E Francesco si professa peccatore in un mondo in cui si fa fatica ad assumersi le proprie responsabilità. L’immagine della Chiesa come ospedale da campo è quella centrale in questa intervista”. Il Presidente del Censis, Giuseppe de Rita, che ha dato un’affettuosa lettura personalizzata: “Francesco ama san Giuseppe, come lui si affida al sogno e alla fine gode di una continua sorpresa”; da buon gesuita ha “una cultura di gestione del processi nel tempo” e sceglie di privilegiare quelli che partono dalle periferie “perché da lì si capisce la realtà”; la vera sfida sarà, secondo de Rita, riuscire a implementare quell’idea di “sviluppo partecipato nella Chiesa che viene dal basso”. E infine il coordinatore del gruppo dei cardinali che assiste il Papa nella revisione delle costituzione della Curia romana, il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga , arcivescovo di Tegucigalpa e presidente della Caritas Internationalis, che ha ripercorso la lunga intervista di padre Spadaro. Programmatico il titolo – “Il tema della porta aperta è centrale nella predicazione di papa Francesco” – , ignaziana la ‘casa’, dove “troviamo le caratteristiche del gesuita: missionarietà, comunità, disciplina”. Sono molti i passaggi dell’intervista che infatti riguardano la Compagnia di Gesù e i gesuiti. “La riforma della Chiesa per Francesco”, dice Maradiaga, “non è un progetto ma un esercizio dello Spirito”. Il Papa, aggiunge, da come parla e accoglie gli altri si presenta come “un uomo risolto, che sta bene nella propria pelle” e mette a suo agio l’interlocutore. “Non solo una persona colta, ma che vive l’arte”. Il trittico dialogo-discernimento-frontiera è una sintesi geniale, “contrapposta alla decadenza del pensiero sterile”. Infine è intervenuto padre Spadaro, il quale ha testimoniato di un’intervista che è diventata un’esperienza umana e spirituale eccezionale. “E’ difficile trovare oggi un uomo libero come Francesco, che sa esercitare la sua paternità e vive immerso in Dio”. Come Collegio degli Scrittori della Civiltà Cattolica, ha concluso Spadaro, “sentiamo tutta la responsabilità di raccontare questo Papa”.