Roma. Padre La Manna: “Nella scuola la cultura dell’accoglienza”
“Cercherò di portare nella scuola la cultura dell’accoglienza, come del resto ho fatto negli ultimi dieci anni: avendo vissuto a lungo accanto a situazioni di emergenza, infatti, mi sono convinto sempre più che per incidere nella società sia necessario ripartire dall’educazione”. Sono parole di p. Giovanni La Manna, che – dopo essersi dimesso da presidente dell’associazione Centro Astalli, in seguito al nuovo incarico conferitogli dal Provinciale dei gesuiti italiani – ha preso servizio a tempo pieno come rettore dell’Istituto Massimiliano Massimo, a Roma.
“I migranti che chiedono aiuto al Centro Astalli e gli studenti che si formano al Massimo – spiega p. La Manna, che rimarrà comunque membro della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale – non sono due mondi separati, ma anzi hanno bisogno gli uni degli altri. I primi, in costante aumento, devono poter contare su una nuova generazione che li accolga e metta al servizio degli ultimi le proprie competenze; i secondi, in un’età cruciale, devono confrontarsi con storie meno fortunate per imparare a guardare oltre la siepe del proprio giardino, diventando in fretta cittadini del mondo”.
Il nuovo rettore dell’Istituto Massimiliano Massimo è nato a Napoli 12 giugno 1964. Liceo dai padri barnabiti, poi iscrizione alla facoltà di Medicina; prima di completarla, però, ha sentito la chiamata a entrare a far parte della Compagnia di Gesù e ha cominciato un nuovo ciclo di studi: filosofia a Padova, teologia a Napoli, fino alla licenza in Teologia morale e prassi della vita cristiana a Madrid. Tutto il suo ministero è stato finora caratterizzato da un contatto costante con i giovani – prima a Genova, all’associazione San Marcellino, e poi a Roma, al Centro Astalli – al servizio dei meno fortunati. “A cinquant’anni – commenta, con una battuta, il suo nuovo incarico – torno a scuola con gioia”.