Roma. Sugli hacker la querelle Spadaro e Possati
Incidente di percorso tra Padre Antonio Spadaro, scrittore di Civiltà Cattolica, e Luca Possati, che scrive sull’Osservatore Romano. Il quotidiano vaticano, infatti, in un articolo apparso sull’edizione che porta la data del 24 marzo, riprende un testo del gesuita su etica hacker e visione cristiana e ne stravolge completamente il senso. E’ lo stesso padre Spadaro che spiega la cosa nel suo blog Cyberteologia: “Non mi era mai accaduto così, ma stavolta è accaduto. Stasera esce sull’ Osservatore Romano un articolo di Luca Possati che in maniera scorretta capovolge il senso del mio articolo su “Etica hacker e visione cristiana” apparso su La Civiltà Cattolica. Sostanzialmente Possati attribuisce a se stesso le cose che io sostengo nel mio articolo e fa fare a me la parte di uno degli “esperti che, attraverso dotte e raffinate analisi, lanciano l’allarme sui limiti e sui possibili rischi della seconda [la cultura hacker]”. E infatti dice : “In questa direzione si muove anche il saggio di Antonio Spadaro, Etica hacker e visione cristiana, pubblicato sull’ultimo numero di La Civiltà cattolica. Possati capovolge il significato del mio articolo che invece è una lunga analisi delle radici del pensiero hacker e non solo dei punti di “cautela”, ma soprattutto dei suoi esiti e dei molteplici punti di contatto con la teologia e la visione cristiana della vita. Possati li esprime, ma li attribuisce a sé. Perché?
Eppure l’articolo l’ha letto molto bene a tal punto da far sue persino i miei errori di battitura! Levy si chiama Steven, non Stephen e nel mio articolo la grafia è sbagliata. Una minuzia, ma Possati la copia tale e quale. Ma poi aggiunge altri errori tutti suoi: il linguaggio si chiama Perl e non Pearl, è stato inventato da Larry Wall e non da Pittman, che a sua volta si chiama così e non Pittmann. Tutto il resto pure è ripreso dall’articolo di Civiltà Cattolica (Wikipedia, Levy, Himanen, la metafora del bazar etc.): paradossalmente anche le conclusioni, che Possati fa proprie (e che invece sono mie). Perché questo capovolgimento? A che giova? A nulla. Non si fa così il dibattito critico. Non è corretto.
La stessa agenzia che aveva divulgato la notizia sposando la posizione di Possati ne invia subito dopo un’altra correggendo il tiro con una sorta di rettifica delle posizioni…”.
Padre Spadaro chiude la nota con una precisazione: “Visto che qualche blog sta parlando di una querelle tra me e l’Osservatore, tengo a precisare che considero L’ Osservatore Romano un grande giornale. Tra l’altro è sempre stato attento con eleganza e professionalità alle cose che scrivo. Io stesso ogni tanto firmo qualche articolo. La mia chiarificazione riguarda esclusivamente questo, a mio avviso, infelice testo di Luca Possati e non tocca il quotidiano in quanto tale né è una polemica con esso, data, tra l’altro, la specificità dell’argomento in questione”.
Il post di chiarimento ha suscitato immediatamente grande interesse nel mondo della rete: è stato letto da circa 1350 persone nel giro di 24 ore ed è stato molto rilanciato sui social networks con messaggi di sostegno a Padre Spadaro.