Terremoto in Turchia e Siria. Bizzeti: “Una tragedia nella tragedia”. Ecco come aiutare
Il sisma ha colpito anche la cattedrale di Iskenderun, dove ha sede il Vicariato apostolico di Anatolia, guidato da Mons. Paolo Bizzeti SJ, in questi giorni in Italia per impegni istituzionali. “La cattedrale è completamente crollata e anche l’espiscopio è inagibile” racconta nell’intervista a TV2000. Nelle zone colpite ci sono anche migliaia di rifugiati siriani. “Una tragedia nella tragedia” aggiunge.
Ecco i riferimenti per donare attraverso la Fondazione MAGIS, ong della Provincia Euro-Mediterranea:
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Causale: Emergenza terremoto in Turchia e Siria
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“Il crollo della Cattedrale è impressionante, proprio domenica avevo celebrato la Messa” scrive sul suo account facebook Antuan Ilgit SJ, dal 2021 in missione in Turchia al servizio del Vicariato Apostolico dell’Anatolia.”Ma ora sono le pietre vive che hanno bisogno d’attenzione e con loro e con l’aiuto di Dio potremo ricostruire il tutto.
Insieme ad un gruppo di religiose, una focolarina e alcuni amici italiani e tanti altri stiamo cercando di ospitare un gruppo di persone. Sono cattolici, ortodossi, armeni e musulmani. Condividiamo quello che abbiamo per oggi e forse ancora per domani, Siamo tutti nel refettorio che è più agibile dove abbiamo anche celebrato la S Messa. Ho portato l’immagine della Madonna dalla Cattedrale. Con lei affronteremo tutto.
Continuiamo a confidare in Dio e nella sua Santa Provvidenza. Piove, fa freddo e scosse sono fortissime. Sentiamo la vostra vicinanza e ci contiamo. Portiamo nel cuore anche l’amata Siria. Il Signore ci custodisca nel Suo amore e ci sia propizio”.
Dal Jesuit Refugee Service in Siria Tony O’Riordan SJ riferisce: “Non ci sono vittime tra i nostri gesuiti e le nostre équipes. I danni ad Aleppo sono significativi. Molti edifici sono crollati. La gente rimane all’aperto al freddo e sotto la pioggia, temendo un’ulteriore scossa. Siamo impegnati fuori per le strade tutto il giorno. Tanti dormiranno in macchina questa notte, perché hanno ancora paura di tornare nei loro edifici.
Anche la nostra sede non è sicura. Offriremo uno spazio per riunirsi presso il Monastero dei gesuiti di Azazieh per ricevere sostegno e compagnia”. I gesuiti hanno offerto lo spazio intorno al centro di San Vartan per accogliere in un luogo sicuro quanti dormono in auto.