Thailandia. I progetti del JRS per i piccoli rifugiati di Ranong
L’industria del pesce sulla costa sud-occidentale della Thailandia è talvolta denominata Università Birmana di Ranong. È una delle poche opportunità disponibili per molti figli di emigranti birmani a cui è negata un’istruzione a causa della povertà cronica e della pressione sociale. “Quando gli studenti compiono 12 anni, i genitori li incoraggiano a lasciare la scuola per lavorare e aiutare la famiglia”, dice Irene Ho che, in qualità di direttore progettuale dei centri di apprendimento per emigranti del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS), incoraggia le comunità a dare il giusto valore all’istruzione e cerca di ridurre le barriere che devono superare i bambini birmani che provano ad andare a scuola. Ma, come hanno constatato molti rappresentanti di organizzazioni internazionali, le difficoltà economiche spesso spingono le famiglie a togliere i figli da scuola prima del completamento degli studi secondari. “Misere retribuzioni per lavori poco qualificati portano alla necessità che tutti i membri della famiglia lavorino”, spiega Pakpoom Sawankhum, ufficiale superiore dei Raks Thai, una ONG popolare che lavora con le comunità di emigranti birmani in Thailandia. Le difficoltà economiche non sono l’unico ostacolo che devono affrontare i bambini che vogliono studiare. La famiglia e la pressione da parte dei loro pari li incoraggiano a unirsi agli amici e ai genitori nell’industria, mentre le quote limitate e l’esclusione dei bambini birmani da alcune scuole thailandesi costituiscono anch’esse dei grossi ostacoli.