Un passo avanti verso la parità?
Al Gonzaga si sono confrontati esperti in tema di parità scolastica e rappresentanti delle associazioni delle scuole cattoliche e paritarie per discutere di pluralismo educativo, nell’ambito del convegno «La parità incompiuta».
L’incontro, tenuto il 4 dicembre, si è aperto con una certezza: la parità tra scuole statali e paritarie, che svolgono entrambe servizio pubblico, è ancora incompiuta, in quanto è stata raggiunta solo a livello di norme e non di risorse. Risale al 2000 la legge nazionale, fortemente voluta dall’allora ministro Luigi Berlinguer, che ha parificato i tue tipi di percorsi scolastici, ma da allora a livello finanziario non è cambiato molto.
Eppure gli istituti paritari contano, solo in Sicilia, 30 mila studenti di cui 20 mila nelle materne. E ben 4 mila le persone lavorano nelle 485 scuole paritarie dell’Isola. Negli anni si è però registrato un forte numero di chiusure, pari in media al 20 per cento l’anno. Oltre quattrocento sono state nell’ultimo biennio le paritarie scomparse in Italia.
«Senza pluralismo” ha affermato padre Vitangelo Denora, presidente della Fondazione Gesuiti Educazione, presidente della Fidae Piemonte e Val D’Aosta e moderatore del dibattito, “ne risente tutta la qualità dell’istruzione. Non si tratta di sottrarre soldi alle scuole dello Stato, ma di pianificare una migliore distribuzione delle risorse. Se in media la retta di una scuola paritaria è di 5 mila euro l’anno, uno studente di una scuola statale costa di più di 7 mila euro allo Stato».
Ospite d’onore dell’incontro, l’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, padre della parità in Italia, che è stato nominato nei giorni scorsi a capo di un tavolo di lavoro del MIUR nel quale si cercherà di trovare un “costo standard di sostenibilità per studente” che possa evitare disparità tra le scuole. Una via per aprire al sostegno economico statale alle scuole paritarie.
Durante il suo intervento Berlinguer ha affermato, “il punto di partenza per affrontare la questione della parità compiuta sta nello sviluppo di una reale autonomia di indirizzo pedagogico, e questo anche all’interno delle scuole statali: se si riesce a rendere operativa questa autonomia si supererà un sistema scolastico statalistico a favore di un sistema plurale, come accade in molti Stati fuori dall’Italia”.
Riparte così dalla Sicilia, storicamente regione con alto numero di scuole paritarie, il tentativo di rilanciare il settore. Suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche e presidente di Fidae Lombardia, ha affermato: “I tempi sono maturi, attraverso l’introduzione del costo standard, per porre al centro del sistema scolastico italiano lo studente, facendo cessare ogni discriminazione nel diritto di apprendere, nella garanzia dell’esercizio del diritto dei genitori alla libertà di scelta educativa, e non di meno nella garanzia del diritto dei docenti a scegliere una buona scuola pubblica statale o paritaria a parità di titolo e di stipendio”.
Il prof. Roberto Pasolini, già componente del gruppo di lavoro parità scolastica MIUR, membro della direzione nazionale Disal, ha dichiarato: “La Politica può trovare una soluzione che riconosca il diritto alla libera scelta educativa”. Le leggi da sole non bastano, senza pressione politica adeguata perdono forza nella loro applicazione: le leggi camminano sulle gambe degli uomini. È questo il momento per avviare, con gradualità e prudenza, ma con coraggio, una sperimentazione che avvii un percorso di innovazione organizzativa utile ad avvicinarci ai Paesi europei e mondiali più avanzati in tal senso nei quali, l’incremento di autonomia ha prodotto un più che proporzionale miglioramento della qualità del servizio di istruzione e formazione e, conseguentemente, dei livelli di apprendimento, oltre ad una razionalizzazione e riduzione dei costi ed un maggior riconoscimento del diritto alla libera scelta.
A coronamento dei lavori il preside delle medie del Gonzaga, Vito Chiaramonte, e la direttrice dell’Istituto Arrupe, Nicoletta Purpura, hanno presentato una esperienza di successo in tema di inclusione all’Istituto Gonzaga. A fronte dell’assenza di risorse da parte dello Stato per il sostegno ad un ragazzo disabile, lo scorso anno scolastico, con una borsa di ricerca della Fondazione Vodafone e il patrocinio dell’Istituto Arrupe, sono stati trovati i fondi per reclutare un insegnante di sostegno ad hoc, la prof.ssa Marzia Vanella, che ha potuto accompagnare uno studente disabile nel percorso di un intero anno scolastico osservandone i progressi fatti grazie ad un poderoso lavoro di equipe. Attraverso la propria testimonianza e le belle immagini di un video, la professoressa ha mostrato come una comunità cresce, si anima, si rigenera grazie alla presenza del “diverso”.
Una domanda rivolta l’opinione pubblica e alle istituzioni aleggia in conclusione: “Se si arrivasse alla scomparsa delle scuole paritarie in Italia, quanto costerebbe allo Stato e alle Regioni farsi carico dei loro alunni e quanto andrebbe perso della ricchezza del nostro patrimonio culturale fondato sul pluralismo pedagogico ed educativo?”.