Reggio Cal. Un appello alle donne calabresi
Il Movimento Reggio Non Tace, cui partecipano i gesuiti della città, nell’ambito del consueto Tredelmese, attività a cadenza mensile finalizzata al risveglio delle coscienze, domenica 3 luglio ha organizzato un incontro a Polsi al fine di “parlare” al cuore delle donne calabresi rivolgendosi in particolare a quelle appartenenti a famiglie ‘ndranghetiste. Per l’incontro è stato scelto il santuario di Polsi perché particolarmente caro ai reggini: un luogo sacro che, profanato da uomini violenti, con l’impegno di tutti può divenire occasione di rinascita per l’intero territorio.
I numerosi partecipanti sono giunti a Polsi a piedi, accompagnati dalle esperte guide del CAI e monitorati dal servizio Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, dopo aver percorso sentieri di montagna. Il messaggio rivolto dal Movimento Reggio Non Tace è stato un appello all’assunzione di responsabilità, dove le donne stesse possono essere protagoniste del cambiamento, nella certezza che l’impegno per la legalità non riguardi solo le forze dell’ordine, la magistratura e le associazioni che vi si dedicano, ma ciascun cittadino.
Alla lettura della “Lettera aperta alle donne” presentata dal Movimento Reggio Non Tace nell’arena adiacente il santuario, alla presenza di alcuni pellegrini, è seguito l’intervento del Vescovo Morosini. Il Vescovo della diocesi di Locri e Gerace, ormai conoscitore attento della propria diocesi e sprone verso l’unica via che può portare alla salvezza del territorio amato e curato, non ha esitato a condividere l’esperienza fino ad indossare sull’abito la maglietta del Movimento Reggio Non Tace.
Così come ha fatto il giovane magistrato Antonella Crisafulli, che ha raccontato di aver scelto quale sede operativa Reggio Calabria anche perché stimolata e sostenuta dal sostegno espresso dalla società civile. Quindi ha parlato una donna Sovrintendente della Polizia di Stato, Patrizia Liguori, in servizio nella locride che, nel portare i saluti del Questore Casabona, ha testimoniato la presenza di uno Stato che si sforza di essere “accanto”.
Dopo la lettura della Carta etica della montagna, redatta anni addietro dai responsabili dell’Ente Parco dell’Aspromonte, personale dell’Afor, che ha collaborato attivamente alla manifestazione, è stato piantato un castagno simbolo di “vita nuova”. Nel pomeriggio, dopo il pranzo a sacco, brani e poesie si sono alternati a musica e tarantelle magistralmente eseguite da suonatori del posto. Mimmo Martino, cantautore dei Mattanza, ha voluto comporre per l’occasione un testo che presto sarà musicato per Reggio Non Tace.