Roma.Incontro dei gesuiti in magistero 2012
Nei giorni 19-21 febbraio si è svolto a Roma, presso la comunità di San Saba, l’incontro dei gesuiti che stanno svolgendo la tappa formativa del magistero; erano presenti, insieme al Delegato per la formazione e al Provinciale d’Italia, 9 maestri provenienti dall’Italia, 2 dalla Croazia, 1 dalla Polonia e 1 dalla Romania. Tra di essi, 11 sono scolastici, cioè si preparano al sacerdozio, e 2 sono fratelli religiosi.
Le giornate sono state incentrate sulla condivisione delle varie esperienze apostoliche, che hanno contribuito a capire la complessità e la diversità delle frontiere su cui opera la Compagnia di Gesù: dalla vita dei collegi (CEI di Palermo, Collegio di Scutari), al servizio ai poveri (San Marcellino a Genova e Centro Astalli a Roma), dai gruppi giovanili come il MEG (parrocchia di San Saba a Roma, parrocchia del Crocefisso dei Miracoli a Catania), agli scout (Cappellania universitaria), fino a quel servizio nascosto, umile e importante che è la presenza nelle infermerie dei gesuiti (Infermeria di Messina).
Anche le realtà comunitarie in cui si risiede sono risultate di grande varietà, da quelle più strutturate e funzionali a quelle più “liquide”, così come la scansione temporale della stessa giornata è risultata essere molto differenziata: chi ha giornate più ordinate e scandite da ritmi precisi, come può avvenire nei collegi, oppure chi vive in modo meno regolare, come nell’ambito sociale, quando a volte anche la notte diventa momento di presenza e di azione.
Ma il magistero non è solo il tempo del “fare”, piuttosto è luogo in cui Gesù si fa carne e lo Spirito soffia: è tempo di attività all’interno di una vita nello spirito. Da qui anche considerazioni sui modi di pregare, sulle fragilità dei nostri tempi di meditazione, su come vivere una dimensione spirituale che sappia essere espressione di una vita apostolica.
Al termine delle condivisioni P. Alessandro Manaresi e P. Carlo Casalone hanno proposto una sintesi di ciò che si è detto, discusso, ascoltato, ponendo l’accento sull’articolazione di questa tappa, che nella storia dei gesuiti muta negli incarichi, nelle dinamiche, ma che resta fondamentale per la crescita umana del gesuita. Un gesuita che sempre maggiormente è calato nella contemporaneità e deve avere strumenti esperienziali, spirituali e razionali per poter andare incontro alle esigenze e alle domande dell’uomo contemporaneo.