Siria. A Fides la testimonianza dei Gesuiti di Homs
L’agenzia Fides sta seguendo le vicende delle Chiese in Siria. In un ultimo lancio riporta alcune precisazioni dei Gesuiti di Homs, i quali dichiarano che i fedeli cristiani residenti nei quartieri Bustan Al Diwan e Hamideh hanno lasciato la zona e sono fuggiti di loro iniziativa, a causa della paura e degli scontri e non sono stati costretti a lasciare le loro abitazioni per minacce di milizie islamiste. Nei giorni scorsi alcune fonti nella comunità cristiana ortodossa avevano detto a Fides che alcune famiglie cristiane nei due quartieri erano state cacciate da militanti islamisti. I gesuiti di Homs dicono a Fides che “per quanto è a nostra conoscenza, i cristiani nella città di Homs non sono stati minacciati e costretti ad abbandonare le loro case”. “Vi sono stati alcuni incidenti – spiegano – in cui case lasciate vuote (dai cristiani) sono state occupate da famiglie di sfollati. Ma quando i proprietari ritornano, le loro case sono consegnate in modo pacifico. Uno degli imam di quell’area – aggiungono – ha presentato le sue scuse al sacerdote della chiesa dei Gesuiti, a causa di questi spiacevoli inconvenienti”.
I quartieri cristiani di Homs, notano fonti di Fides, sono al centro del fuoco incrociato fra esercito regolare e ribelli. A Homs sono rimasti circa 1.000 cristiani. Un anno fa, prima dell’inizio dei combattimenti, vi erano in città, nel complesso, 160mila fedeli e quattro Vescovi delle diverse confessioni. Fonti di Fides raccontano che i Gesuiti stanno dando una testimonianza eroica: impegnandosi a portare conforto e aiuti umanitari a persone in stato di necessità di estrema miseria, compiono la loro missione di essere “costruttori di ponti”. I religiosi chiedono che le forze in campo si ispirino alla tolleranza, al pluralismo culturale e religioso, invitando al dialogo, rifiutando la violenza e chiedendo il rispetto della dignità umana e dei valori del Vangelo. I Gesuiti in Siria sono impegnati nel servizio ai giovani, ai rifugiati, nell’istruzione di bambini e adulti, nel dialogo interreligioso, in progetti di sviluppo rurale.