Bruxelles. La testimonianza semplice del Vangelo, in tempi complessi
“Un semplice messaggio”. “Un semplice stile di vita”. “Costruzione di ponti”. “Assumersi i rischi e andare al cuore dei problemi”. “Testimonianza dei martiri”.
Queste sono alcune delle frasi emerse durante la recente riunione di pianificazione organizzata dal presidente del CEP e ospitata dalla provincia ungherese. I partecipanti erano membri del Consiglio e altri gesuiti provenienti da tutta Europa. Durante l’incontro è stato definito un piano delle attività CEP per il periodo 2015-2019.
“Siamo in una fase chiave nella vita della Compagnia di Gesù in Europa”, ha detto il presidente del CEP, p. John Dardis. “Sempre più le Province stanno lavorando insieme. C’è un maggiore senso di internazionalità, il senso di una grande missione che possiamo fare meglio se lavoriamo insieme. Per fare ciò abbiamo bisogno di un piano e di discernimento. Il numero dei novizi gesuiti lo scorso anno è salito, anche se, nel complesso, il numero dei gesuiti sta diminuendo. Abbiamo bisogno di pianificare un nuovo futuro, con una nuova visione, mantenendo il cuore della nostra missione. La Congregazione Generale 36° è dietro l’angolo e vogliamo prepararci facendo discernimento”.
Il processo di pianificazione
Il processo di pianificazione è iniziato un mese fa, quando l’Assemblea CEP si è riunita a Lviv, in Ucraina. Una prima bozza sarà presentata ai Provinciali nella primavera del 2015 e poi votata in autunno. “E’ un processo lungo un anno”, ha detto John Dardis “che coinvolgerà i Provinciali e altri per essere sicuri che vengano considerate le diverse prospettive.” Durante i due giorni di discernimento, l’accento è stato posto sulla qualità, non la quantità. L’intenzione non è quella di aggiungere progetti, ma di lavorare in modo diverso, approfondire quello che stiamo già facendo; condividere di più tra le nostre Province. Durante l’incontro è stata sollevata l’idea di comunità internazionali. Le guerre in Ucraina, Siria e l’instabilità in Nord Africa sono enormi sfide. Mentre iniziamo il processo di pianificazione, sono già chiari alcuni obiettivi per i prossimi 5 anni: le due frontiere dell’evangelizzazione e del dialogo interreligioso; la revisione della formazione intellettuale dei nostri uomini, come ci chiede la Lettera del Padre Generale; il rinnovo delle strutture delle Province. Nei prossimi mesi, si terranno una serie di consultazioni con gli EuroGroups, quelli in corso e altri, in modo che la versione finale del piano rifletta il più ampio punto di vista possibile.
Apostolato intellettuale
E’ stata ribadita l’importanza dell’apostolato intellettuale. “Questo è un settore che avrà bisogno di molta riflessione nei prossimi anni”, ha detto John Dardis. “La Chiesa si aspetta la profondità e la creatività da noi. Il nostro continente deve affrontare una serie sfide, non ultima quella di un secolarismo sempre più aggressivo. Come può la Compagnia aiutare l’Europa a mantenere e approfondire i valori che derivano dalla fede? ”
Ministri per persone in difficoltà e per coloro che sono ai margini
La cura della Compagnia per coloro che sono ai margini è cruciale. Così tante persone oggi soffrono, esclusi, emarginati in modi diversi, siano essi migranti alla ricerca di una casa o famiglie che lottano per far fronte alle difficoltà economiche. Noi siamo con loro e per loro e vogliamo sviluppare e far progredire questo lavoro.
Riconciliazione
“L’ultimo piano è stato fatto nel 2010”, ha detto John Dardis. “A quel tempo l’Europa non viveva le minacce di guerra che ha ora, in Ucraina e in Siria. Come possiamo sostenere i Provinciali che devono far fronte a tali situazioni? Il JRS lavora fortemente in Siria ed è stato un’enorme risorsa per la Provincia del Vicino Oriente, che deve affrontare questioni umanitarie molto concrete. “La riconciliazione sta emergendo come un tema forte e nell’assemblea CEP a Lviv nel mese di ottobre a questo tema è stata dedicata un’intera una giornata”.
Islam
Un altro problema emerso è la sfida dell’Islam. Ci chiediamo come la Compagnia di Gesù in Europa possa essere un costruttore di ponti con l’Islam, aprendo vie di dialogo; forse avviando progetti sociali congiunti insieme a gruppi musulmani sensibili a queste tematiche, e testimoniando il fatto che il cattolicesimo e l’islam moderato possono stringere amicizia e avviare progetti comuni. Le nostre scuole nei paesi musulmani, in questo senso, danno un importante contributo.
Comunità
Si è parlato della vita in comunità e dell’apprezzamento fraterno. “Le nostre vite sono costruite sulle relazioni”, ha detto John Dardis. “I primi compagni erano a servizio delle persone e facevano condivisione tra loro. Le due cose sono intrecciate, tessute insieme. Anche noi dobbiamo guardare la nostra vita in questo modo. “Abbiamo bisogno di buoni leader sia a livello apostolico che di comunità”.
Giovani adulti
Svilupperemo legami tra l’apostolato con i giovani adulti, quello vocazionale e quello sul web e social media.
Comunicazione
Abbiamo riflettuto sull’importanza delle comunicazione. Abbiamo bisogno di condividere in modo più spontaneo le iniziative che si stanno verificando in tutta Europa. “Tante cose nuove stanno iniziando, così tanto sta accadendo in tutta Europa”, ha dichiarato John Dardis. “Abbiamo bisogno di sviluppare una maggiore consapevolezza di tutto questo. Può essere una fonte di consolazione “.
John Dardis SJ
Presidente Conferenza Provinciali d’Europa