Roma. Curia Provinciale: il sant’Ignazio ritrovato
I lavori di restauro e consolidamento del complesso del Gesù sono stati un’occasione per valorizzare le opere d’arte presenti, commissionarne una nuova per la cappella di casa professa e portare alla luce un affresco del Pozzo
Un affresco di sant’Ignazio opera del Pozzo che spunta sotto diversi strati di pittura; uno di Giovan Battista Gaulli (detto “il Baciccio”) completamente restaurato; e una nuova opera, un mosaico di padre Marko Rupnik SJ per la cappella della comunità del Gesù. Gli ingenti lavori di restauro del quadrilatero del Gesù – che si stende tra via degli Astalli, Botteghe Oscure, piazza del Gesù e corso Vittorio e ospita la Curia provinciale del gesuiti, il collegio internazionale, la casa professa dei padri nonché la basilica dedicata al nome di Gesù – sono stati l’occasione per valorizzare alcune opere d’arte, ospitarne di nuove e riportare alla luce capolavori dimenticati, grazie a un po’ di fortuna e alla memoria affettiva di alcuni gesuiti, e in particolare di un anziano padre ( “se mettete mano lì troverete un’immagine di sant’Ignazio”). Così, al primo piano, nel corridoio che dai locali della nuova Curia provinciale portano alle camerette di sant’Ignazio, negli spazi dove hanno vissuto i primi Generali della Compagnia, i restauratori hanno ritrovato un affresco di sant’Ignazio che, secondo la professoressa Lydia Salviucci Insolera (autrice del volume Andrea Pozzo e il Corridoio di sant’ Ignazio) è attribuibile al Pozzo, che ha affrescato i locali adiacenti, il corridoio che conduce appunto alle camere dove visse sant’Ignazio.
Sempre al primo piano, nei locali della comunità dei padri del Gesù, una parete della nuova cappella è stata completamente mosaicata da padre Marko Rupnik: i blu, gli ori e i rossi accesi, marmi bianchi e policromi, riproducono l’episodio evangelico della presentazione di Gesù al tempio, con Maria che porge il bambino a Simeone che le mostra una spada. La bottega del gesuita sloveno ha curato anche la decorazione dell’ambone, dell’altare e della base per il tabernacolo. La cappella è stata inaugurata mercoledì 21 dicembre, con una celebrazione presieduta da monsignor Gianrico Ruzza, vescovo ausiliare per il centro di Roma.
Infine, al secondo piano, nei locali del Collegio internazionale, è stato restaurato l’affresco del Baciccio in Sala Arrupe. Come scrive Cecilia Grilli “Nella volta il Gaulli ha raffigurato l’allegoria della “divina Sapienza” seduta al centro su di un trono mentre tiene nella mano sinistra lo scettro con lo sguardo rivolto verso l’alto. Questa si manifesta all’uomo attraverso i quattro Vangeli , di cui si riconoscono i simboli del toro e del leone a destra, e dell’aquila e dell’angelo a sinistra. Ai due lati in basso sono raffigurate le allegorie della Giustizia, a cui appartiene anche il puttino posto in ombra in basso con la bilancia, e della Fede. Queste ultime scacciano e respingono l’allegoria dell’Eresia (caduta e abbagliata dalla luce divina) e della Fortuna (aggrappata alla ruota spezzata e con occhi bendati). Al centro sulla destra sono i dannati catapultati verso il basso e a sinistra gli eletti che salgono al cielo, un riferimento esplicito al Giudizio Universale di Michelangelo”.