Spiritualità e giustizia nella nuova Via Crucis di Loyola
L’orto del Santuario di Loyola è lo scenario in cui è stata messa una Via Crucis innovativa ispirata alle migrazioni
Prima stazione: gli sfollati a causa della guerra a Masisi, nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo. L’immagine ci ricorda che le migrazioni fanno parte della storia dell’umanità e che siamo tutti discendenti di immigrati. Seconda stazione: rifugiati a causa della guerra in Siria nel loro passaggio in Ungheria in direzione della Germania. Sono il riflesso di oltre un miliardo di persone, che si sono viste obbligate ad abbandonare la loro terra di nascita negli ultimi decenni. Undicesima stazione: sfollata del Burundi, nel campo degli sfollati interni di Kiyange, in Burundi. Con il suo vestito colorato, ella rappresenta il pericolo del transito migratorio per le donne.
L’orto del Santuario di Loyola è lo scenario in cui è stata messa una Via Crucis innovativa, composta da immagini di grandi dimensioni, di buona qualità e tali da illustrare in profondità il fenomeno migratorio, offrono riferimenti biblici che invitano alla preghiera, e testi che informano e spingono alla riflessione e all’impegno. L’iniziativa, opera del Santuario di Loyola in collaborazione con Alboan, consente di avvicinarsi alla realtà che vivono i migranti dell’America centrale sulla via per gli Stati Uniti o le comunità rurali adivasi in India.
Alle quattordici stazioni tradizionali, ne è stata aggiunta un’ultima. Rappresenta la Resurrezione. L’immagine mostra una manifestazione a Barcellona a favore dell’accoglienza dei rifugiati. Il riferimento biblico, preso da Matteo 25, ricorda: “… ho avuto fame e mi avete dato da mangiare (…), ero forestiero (migrante) e mi avete ospitato”. La didascalia indica che il nostro impegno come società con i migranti passa dal contribuire alla creazione di condizioni di vita degne nei Paesi di origine, all’accompagnarli nei luoghi di transito e accoglierli nei Paesi di destinazione.
Un codice QR consente, tramite cellulare, di realizzare un itinerario spirituale con la Via Crucis o di fare un percorso maggiormente centrato sulla dimensione sociale di questa realtà. Il progetto è completato da quindici piccole immagini situate nell’angolo inferiore sinistro, che illustrano la Via Crucis realizzata dal gesuita camerunense Engelbert Mveng (1930-1995). L’opera originale, che si trova nel teologato di Nairobi, è stata fotografata dallo scolastico Benedict Mayaki per questo progetto di Loyola, in cui spiritualità, giustizia, arte e natura si uniscono.