Come scegliere e mettere ordine nella propria vita
Verso il Sinodo dei Giovani: due incontri promossi al Massimo da CIS e Scout d’Europa
Scegliere una facoltà, una professione, la propria vocazione e mettere ordine nella propria vita: sono i temi dei due incontri promossi a maggio presso l’Istituto Massimo dagli Scout d’Europa, distretto Roma Ovest, in sinergia con il Centro ignaziano di spiritualità. Circa 100 i giovani tra i 16 e i 30 anni che vi hanno preso parte provenienti da 12 gruppi di Roma. Le linee essenziali del discernimento e della spiritualità ignaziana sono state esposte da P. Renato Colizzi SJ, direttore del CIS, con spazio a testimonianze e dialogo con i presenti.
“Per fare buone scelte è necessario conoscere i propri sentimenti” ha sottolineato nel primo incontro P. Colizzi esortando ad imparare a verbalizzarli, concettualizzarli, rileggere le proprie esperienze “perché Gesù voleva una comunità in cui si parlava, ci si raccontava”.
La distinzione quindi tra le paure, che bloccano le scelte e i desideri, risorsa preziosa. E’ la parabola del seminatore a portare la riflessione al cuore. Il seme è il desiderio. Il terreno, la nostra vita. “Il desiderio ascoltato ma non capito è il seme caduto sulla strada: quello zapping dei desideri, che non conosce il tempo per mettere radici” spiega. “Occorre farsi domande per comprendere come le esperienze producano cambiamenti nella vita”. Poi il seme caduto sul terreno sassoso “viene accolto, ma è l’entusiasmo senza profondità. La quotidianità che decide per me, la paura di giocarsi fino in fondo”. Infine il seme caduto tra le spine: “la pianta cresce e mette radici ma accanto altre piante la soffocano. Sono i desideri che altri hanno piantato in noi. Vivere i desideri degli altri fa soffocare”. Difendere i desideri dai 3 terreni con perseveranza l’invito, “a rischio di non essere compresi. Giocarsi fino in fondo, per non avere rimpianti. Scegliere per essere non vincenti, ma autentici”. La testimonianza quindi di Sofia e il suo cambio di facoltà. Quella di Andrea e Marta che riconoscono dopo una lunga amicizia e tra tante paure un progetto d’amore più grande.
Tema del secondo incontro “Mettere ordine nella propria vita”. “Dobbiamo imparare la difficile arte della gratitudine, riconoscendo il tradimento e affidando a Lui le cose belle della quotidianità sapendo che non siamo mai soli. solo così le giornate inizieranno ad ordinarsi ad avere un senso emergeranno delle costanti importanti nella vita di ciascuno”: a testimoniarlo una ex insegnante dell’Istituto Massimo. L’incontro con la malattia “la grande visitatrice” e poi il cambiamento vissuto come un’opportunità per incontrare condividere “riscoprire la propria fragilità che sa generare occhi nuovi, rinnovare l’attenzione verso le persone e i momenti semplici della giornata”.
Lo conferma Pierfrancesco, grande manager al top della carriera ma con un profondo malessere interiore, che inizia un cammino di discernimento e passa così dalla grande impresa alla consulenza, alla direzione di un teatro fino ad entrare a far parte di una ONG. “Economicamente ho perso tantissimo” confessa “ma torno a casa con tante storie da raccontare finalmente felice e soddisfatto interiormente”.
“Il massimo del successo e il massimo dell’insuccesso, due storie” sottolinea Padre Colizzi “che invitano a guardarsi dentro, fermarsi, dare un nome alle cose per custodire il giardino della propria vita e capire cosa si nasconde dietro ciò che accade. Passare dal cosa al come, ricordando la Regola d’oro del discernimento: nel momento della desolazione non cambiare scelte prese in momenti di consolazione, riscoprendo la bellezza di condividere, raccontarsi che è già mettere a distanza il problema, “perchè un cristiano da solo è un cristiano in pericolo”. Riscoprire il dialogo in famiglia, tra gli sposi, nelle comunità per rinnovare la speranza vero termometro della vita.
