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#pontidipace, l’hashtag scelto dalla Rai per le trasmissioni su padre Dall’Oglio

“Attraverso la figura di Paolo Dall’Oglio è importante dare attenzione alle condizioni di una comunità stremata da 7 anni di guerra. Paolo è il simbolo di un popolo per cui non bisogna stancarsi di lavorare per costruire la pace”. Padre Federico Lombardi, gesuita, presidente della Fondazione Ratzinger, ricorda così Padre Paolo, nel suo intervento alla conferenza stampa che questa mattina si è tenuta alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) alla presenza di Maria Immacolata e Francesca, le sorelle del gesuita scomparso a Raqqa il 29 luglio 2013.

Tanti gli amici presenti: Riccardo Cristiano, promotore e anima dell’Associazione Giornalisti Amici di Paolo Dall’Oglio e Amedeo Ricucci, giornalista Rai, autore di un’inchiesta-documentario che la Rai trasmetterà domenica sera (speciale TG 1 domenica 29 luglio alle ore 23.30 su RAI 1) e che ridà linfa alle indagini per la ricerca del gesuita di cui da 5 anni non si hanno più notizie. Presenti la Rai e tante testate da sempre attive nel tenere alta l’attenzione sull’operato e la missione de fondatore di Deir Mar Musa, monastero interreligioso che “miracolosamente continua ad esser attivo in Siria e a svolgere la sua funzione di officina di pace e dialogo” come ha ricordato Lombardi.

#pontidipace è l’hashtag scelto dalla Rai e annunciato da Vittorio Di Trapani, presidente UsigRai che in conferenza ha presentato l’ampio cartello di trasmissioni che la Rai dedica in questi giorni a Dall’Oglio.

Nelle parole di P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, il ricordo dell’impegno di padre Paolo a fianco della popolazione civile siriana.

“Paolo con una fedeltà creativa alle radici della Compagnia di Gesù si trovava là dove doveva stare un gesuita, in quei crocevia della Storia in quelle periferie esistenziali, per essere uomo di riconciliazione e ponte di dialogo e di incontro come sempre ha cercato di essere. Presenza e voce scomoda di incontro e speranza dove voci sguaiate invitano e creano muri, conflitti e divisione”.

Diverse, durante la conferenza stampa, le citazioni di suoi discorsi, scritti o interviste come quella rilasciata all’inizio del 2013: «Dovremmo essere pronti a interporci oggi a tutela dei sunniti come domani degli alawiti, dei turcomanni come dei curdi, dei cristiani come dei drusi…È una tattica infernale scatenare le provocazioni per mettere le comunità l’una contro l’altra. Ma non li senti i rumori di questi milioni di profughi che si preparano a arrivare in Europa? Non senti il rumore dei remi, il respiro ansimante dei fuggiaschi, i motori lenti dei barconi? Sono milioni capisci? È il nuovo esodo dalle terre del Faraone, ma non ha terre promesse. Credi che l’Europa sia pronta a accoglierli? Credi che l’idea stessa di Europa possa sopravvivere accanto al più grande terreno di pulizia etnico-confessionale della storia recente? È evidente che questo riporterà la xenofobia, l’isteria. Il negazionismo di ieri, mai morto si unirà al negazionismo di oggi per impedirci di vedere. Ma in questo mondo globale c’é un vecchio proverbio arabo che dice che una mano da sola non applaude. È proprio così. Se lasceremo senza solidarietà cittadina i nostri vicini, finiremo inghiottiti dal loro destino. E sarà si quello un applauso terrificante».

Sono parole che sorprendono per la grande attualità del messaggio: sembrano descrivere la situazione europea e italiana. E allora il ricordo di padre Paolo, le sue parole profetiche ci invitano a destarci dal torpore civile nel quale rischiamo di cadere.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, Elisa Marincola, presidente dell’Associazione Articolo 21 e Beppe Giulietti presidente della FNSI hanno ribadito il ruolo e la responsabilità di un’informazione che sia a servizio dei cittadini e contribuisca con la sua funzione a costruire ponti di pace e abbattere muri che isolano e soffocano, seguendo l’esempio di Dall’Oglio che ha dedicato la sua vita a questo.

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