Solo la scuola ci può salvare
Da oltre 15 anni il Centro Astalli ha dato vita ai progetti Finestre sul diritto d’asilo e Incontri sul dialogo interreligioso, nelle ma soprattutto con le scuole, con i professori e con gli studenti aiutati dai rifugiati e dai testimoni, protagonisti di un’offerta didattica e formativa, in un esercizio vero di costruzione di comunità, di dialogo e di creatività sociale, dove chi arriva da lontano non è percepito o vissuto come un problema o un ostacolo, ma come portatore di contenuti e di ricchezza umana e culturale.
Ottant’anni fa, nel settembre del 1938, la stagione scolastica si apriva con l’espulsione dalla scuola pubblica di tutte le ragazze e i ragazzi, le bambine e i bambini ebrei. E con il licenziamento dei professori di origine ebraica. Una legge aveva dato forma a un razzismo di Stato: è una delle pagine più brutte e tristi della nostra storia.
Liliana Segre – come altri – ha ricordato, in questi giorni, il suo trauma di bambina esclusa dalla scuola che era e sentiva propria. La feroce discriminazione subita.
Questa è una lezione che non dobbiamo mai dimenticare. La scuola deve unire e non dividere o segregare. La scuola deve moltiplicare le opportunità, non ridurle. La scuola deve generare amicizia, solidarietà, responsabilità e mai seminare odio, rancore, volontà di sopraffazione, discriminazioni di qualunque genere.
Le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico indicano chiaramente una strada, una prospettiva.
E in questa prospettiva da oltre 15 anni il Centro Astalli ha dato vita ai progetti Finestre sul diritto d’asilo e Incontri sul dialogo interreligioso, nelle ma soprattutto con le scuole, con i professori e con gli studenti aiutati dai rifugiati e dai testimoni, protagonisti di un’offerta didattica e formativa, in un esercizio vero di costruzione di comunità, di dialogo e di creatività sociale, dove chi arriva da lontano non è percepito o vissuto come un problema o un ostacolo, ma come portatore di contenuti e di ricchezza umana e culturale.
In questi tempi assistiamo a episodi a volte interpretabili con difficoltà, altre volte dichiaratamente razzisti; un certo clima politico e informativo legittima anche una certa violenza verbale e di pensiero; i social media sono poi una cassa di risonanza spesso incontrollabile di tutto questo. Non possiamo permetterci di sottovalutare quanto viviamo, soprattutto se impegnati in agenzie educative.
Occorre contrastare questa banalità del male, queste scorciatoie non con un pensiero forte, ma con un pensiero argomentato e informato, che nasce non dall’ansia di replicare ma dalla capacità di prendersi del tempo per costruire un pensiero resistente alle intemperie della Storia che sappia fare memoria e sia critico, come la scuola può fare.
L’augurio è che dalla sinergia tra scuola e Centro Astalli possa continuare a generarsi un pensiero altro, capace di far fronte alle sfide del nostro tempo.
Camillo Ripamonti SJ
Presidente Centro Astalli