Fermati e cammina, giovani in pellegrinaggio
Fermati e cammina. Ecco l’invito e il nome del pellegrinaggio che dal 25 al 28 aprile ha portato a camminare 65 ragazzi di Chieri e Torino nella terra di San Francesco.
In quattro giorni hanno attraversato i campi di papaveri e le colline di ulivi tra Spoleto ed Assisi provando a riassaporare e ritrovare la semplicità del silenzio, dell’ascolto della Parola di Dio e del camminare insieme. Hanno potuto condividere i loro desideri, le loro domande e la loro ricerca di Dio a partire da piccoli stralci della vita di San Francesco, della sua conversione, dal fallimento al vedere vero.
“Il dolore aveva scavato là dove una cattiva educazione a base di permissività e debolezza aveva solo indurito il terreno. Capii che la lunga malattia era in fondo stata una grazia. Aveva fatto la funzione dell’aratro che rovescia la terra, la rompe e rende possibile lo scoppiare della primavera. Soprattutto mi aveva reso due servizi: mi aveva tolto le sicurezze che in me erano molte e mi aveva dato occhi nuovi.
Tutto mi sembrava nuovo, sempre più nuovo e la luce che mi entrava negli occhi si trasformava in gioi a dentro il cuore. Penso che le mie prime vere preghiere fossero di quel tempo anche se tante altre volte prima di allora avevo pregato con mia madre. In ogni caso è di quel tempo il mio bisogno di dire grazie”. (Io Francesco di Carlo Carretto)
Abbiamo incontrato testimoni di conversione come don Gianfranco Laiolo, un sacerdote salesiano impegnato in case di accoglienza e recupero per giovani tossicodipendenti e suor Rosaria, francescana alcantarina, che ci ha ospitato a Santa Maria degli Angeli e ci ha raccontato della sua amicizia con il cieco Bartimeo.
Un altro motivo di consolazione è stato che per la prima volta un gruppo di giovani appartenenti ai gruppi giovanili del Centro San Carlo di Chieri e al gruppo Meg-Lega Missionaria del Sociale di Torino sono stati protagonisti nell’organizzare, promuovere e vivere questo cammino con l’aiuto generoso della cambusa CVX (Maria Paola, Domenico, Irene e Simonetta).
Un segno di speranza e di vitalità nella realtà ecclesiale e nella collaborazione apostolica tra gesuiti e laici a Torino.