Formarsi per comunicare
Si è svolto on line un primo incontro dei referenti della comunicazione di alcune opere EUM: Magis, CIS, Fondazione Gesuiti Educazione, JSN, Malta, San Fedele, Gesuiti-Giovani e Ufficio EUM. L’attenzione all’utente che legge poco e in fretta, scansionando la pagina. La consapevolezza che il web apre percorsi inimmaginabili, funziona quando connette.
Un incontro in programma da tempo. Poi il lockdown e l’esempio del meeting europeo. Così il 18,19 e 20 maggio on line si è svolto un primo incontro dei referenti della comunicazione di alcune opere EUM: Magis, CIS, Fondazione Gesuiti Educazione, JSN, Malta, San Fedele, Gesuiti-Giovani e Ufficio EUM.
Sedici in tutto. Una prima esperienza. Un momento per approfondire la conoscenza tra realtà diverse, condividere percorsi di formazione su tematiche comuni. Tra I temi scelti approfonditi insieme a Simona Sciancalepore, giornalista e webwriter, “scrivere per il web”.
Il linguaggio come strumento per entrare in relazione, il nuovo sistema Bert (Bidirectionall Encoder Representations from Transformers) per capire meglio le frasi che scriviamo online a partire dalla pertinenza dei contenuti. L’attenzione all’utente che legge poco e male, scansionando la pagina. La consapevolezza che il web apre percorsi inimmaginabili, funziona quando connette. L’invito quindi ad usare le mappe o liste per pianificare i testi, puntando alla qualità dei contenuti, mettendo prima le informazioni più importanti e poi dettagli e approfondimenti a seguire. Un linguaggio semplice – che preferisce l’indicativo presente, evita stereotipi e tecnicismi, limita l’uso di sigle, usa parole concrete – che non abdica però a restituire la complessità, con un design che favorisca la leggibilità.
A seguire Comunicare con i social. La sfida è attivare “conversazioni”, condividendo le proprie identità. Guardare in tutte le direzioni, trovare il tempo per gli altri o far risparmiare tempo. Partire da quel che si ha da dire non da quale strumento. Condividere eventi, appuntamenti, info generali, campagne, update di progetti, storie, approfondimenti. Interagire, citare le fonti, essere sintetici e chiari, non postare troppo, usare gli hastag senza esagerare, non snaturare la propria identità. Ancora curare i contenuti, filtrando fonti su un determinato argomento, restando anche sull’attualità, percorrere le informazioni in più sensi, anticipare i trend. Focus in particolare su Instagram, Twitter, Facebook, Telegram Podcast, Tiktok.
Infine come attivare“Strategie per il web”. Fare un’elenco delle fonti e dei contenuti esistenti. Esprimere con una frase cosa si fa per chi e come. Pubblicare con regolarità. Definire un piano editoriale. Farsi le domande giuste.
A conclusione del meeting on line anche uno spazio per una riflessione su “rischi e opportunità della comunicazione in tempo di Coronavirus”.
Tante le connessioni possibili in tempo di isolamento, preziose, per “mantenere continuità nelle attività, dedicarsi del tempo, non perdere contatti, promuovere resilienza” ha sottolineato Valentina Gagliardi, psicologa e psicoterapeuta. Ma tanti anche i rischi. “È la cosiddettà zoom fatigue: all’iperesposizione di sé, alla gestione dei silenzi, all’attenzione alle parole. L’iperconnessione cambia la percezione di noi, facilita il multitasking, abbassa la concentrazione, favorisce il rischio di analfabetismo funzionale, innesca pigrizia”. Rischi da tener ben presenti per potenziare le opportunità.