Lavori in corso per la parrocchia nel cuore di Tirana
È da 25 anni che i gesuiti passati nella missione di Tirana desiderano vedere l’ampliamento della parrocchia del Sacro Cuore. Da un mese e mezzo sono finalmente iniziati i lavori. Intervista al parroco, padre Zef Bisha SJ.
«Grazie a tanti amici e a tante collaborazioni stiamo riuscendo ad andare avanti nonostante le molte difficoltà», dichiara il parroco, padre Zef Bisha SJ, superiore del polo di Albania. Nel progetto è prevista anche la realizzazione del campanile, che non era stato costruito con la chiesa nel 1938. «Molte persone hanno accolto bene il progetto del completamento della chiesa», dice padre Zef. «In questi giorni iniziamo a scavare dopo aver completato la palificazione della struttura».
Quante persone frequentano la comunità?
«La parrocchia Sacro Cuore copre più di un quarto della città di Tirana e fino al 2000 è stata concattedrale. La Capitale da più di due anni ha superato il milione di abitanti. La percentuale dei cattolici si aggira sul 20 per cento. In questo momento non sappiamo quanti siano i fedeli che fanno capo alla nostra parrocchia, abbiamo iniziato un censimento due anni fa, interrotto per il Covid. Esiste un’immigrazione interna ed esterna molto forte, dovuta alla ricerca di lavoro. Comunque un buon numero di cattolici frequentano la chiesa. Ogni giorno celebriamo due messe e la domenica abbiamo quattro, tre in albanese e una per la comunità degli italiani che si trovano a Tirana. Questo ultimi sono numerosi e tanti frequentano la nostra parrocchia. Prima del Covid andavamo a celebrare le messe anche nei villaggi, a case delle persone, facendo a turno da un luogo ad altro. È da sottolineare che oltre alla comunità cattolica, molte persone di altre religioni frequentano le nostre attività per varie necessità».
Quali attività attirano anche persone non cattoliche?
«La nostra missione a Tirana è caratterizzata da varie attività connesse anche con le università, in particolare per la formazione socio – politica, in collaborazione con Magis Italia e centro Arrupe di Palermo. Queste attività ora sono ridotte, ma riusciamo a mantenere i legami con le università continuando a fare ancora dei corsi di formazione».
Quali i bisogni che percepite?
«Uno degli bisogni principali è la formazione. Essendo una città che si sta sviluppando molto, la gente ha sete di tante cose. Ordinare la propria vita ed essere preparati a vivere in una città metropoli come Tirana è molto importante. Così come avere luoghi di accoglienza e spazi per i giovani, ambienti adatti allo studio e ai colloqui».
Quali lavori prevede esattamente il progetto di ampliamento? Quali gli spazi ulteriori che ricaverete? A cosa serviranno?
«La nuova costruzione prevede l’ampliamento degli spazi per uso pastorale e sociale delle nostre attività. Per ora abbiamo soltanto gli ambienti dentro la chiesa che non soddisfano le esigenze pastorali. Avremo diversi spazi per svolgere attività pastorali e sociali, luoghi per incontro, una sala di conferenza per 130 persone, ambienti che aiuteranno a dare sostenibilità alle nostre attività. Due piani sotterranei da utilizzare per le varie necessità della chiesa e non solo come magazzini e parcheggio. Inoltre, come dicevo, costruiremmo anche il campanile. La nostra chiesa è centrale, siamo circa 700 metri dalla piazza principale di Tirana. La nostra chiesa è importante anche per la città di Tirana come luogo di arte, è molto visitata».
Come state vivendo questo tempo particolare tra Covid e sogni per il futuro?
«È una fase di riflessione. Stiamo riuscendo a fare diverse attività con uno sforzo maggiore. Molte cose per il momento sono state sospese e per ora le abbiamo solo online. La gente, comunque, continua a cercare e a rispondere alle proposte che facciamo».